Sul palco del Costanzi di Roma in pienissima attività si alternano in questi giorni la Traviata di Valentino (sold out da giorni) e la Linda di Chamounix di Donizetti: l’opera di Verdi tornerà in cartellone anche nella prossima stagione del Teatro romano, ma sarebbe davvero un peccato lasciarsi scappare l’occasione di poter vedere la Linda.
In pratica si tratta di una vera e propria prima capitolina (assente dal teatro da 103 anni) che sarà una piacevolissima sorpresa per gli inossidabili amanti del belcanto e i meno esperti.
Misconosciuta e anche un po’ sottovalutata, travolta dalla Lucia di Lammermoor (opera seria del 1835) Linda di Chamounix è un’opera “semiseria” dalle premesse manzoniane (d’altra parte è del 1842, lo stesso anno della quarantana dei Promessi Sposi) che evolve verso i tratti tipici del melodramma coccolando il pubblico con un inaspettato lieto fine.
Lungimirante l’idea di non stravolgere l’opera offrendo al pubblico un allestimento, realizzato con coproduzione con il Gran Teatre del Liceu di Barcellona, estremamente pulito e corretto: la drammaturgia del libretto di Gaetano Rossi è quasi pretestuosa, se non addirittura inesistente, ma viene sostenuta da tre ore di musica di ampissima varietà cromatica in cui Donizetti, già compositore di Corte di Vienna, sfoggia tutta la sua maestria e che viene esaltata nei colori tenui, seri o comici (incarnati dal rossininano Marchese) dalla direzione del maestro Riccardo Frizza sul podio dell’Orchestra del Teatro dell’Opera. E se è proprio la musica a sostenere e a delineare i caratteri di ciascun personaggio, il cast in scena è tremendamente bravo sia a cantare sia a interpretare. A primeggiare è una favolosa Jessica Pratt, già nella Lucia di Ronconi in scena nel 2015, ma ineccepibile in ogni momento, ricca di colore, sfumature, senza la minima esitazione, ma è in ottima compagnia di Ketevan Kemoklidze nel ruolo en travesti di Pierrotto, Bruno De Simone che interpreta il Marchese di Boisfleury comico rossiniano basso buffo, Ismael Jordi nel ruolo di Carlo, visconte di Sirval, Christian Van Horn nel ruolo del prefetto.
L’allestimento con le scene di Daniel Bianco, le luci di Albert Faura e la regia di Emilio Sagi d’altra parte avvolge lo spettatore in un’atmosfera placida e quasi ossessiva in un bianco onirico (come i costumi di Pepa Ojanguren giocati su chiari toni pastello) che proietta lo spettatore prima in un bosco con alberi stilizzati con tocchi di fiori viola, poi in un palazzo luminoso con una grande scala infine in una piazza inclinata con luminarie e coro a favor di pubblico dove si consuma la scena della melanconia di Linda che rinsavisce per avviarsi poi verso il lieto fine. Insomma il belcanto piace e l’occasione di vedere una prima come Linda di Chamounix è proprio ghiotta. Dopo il debutto del 17 e la replica del 19 (ore 16.30) la Linda sarà replicata mercoledì 22 (ore 20), venerdì 24 (ore 20), domenica 26 (ore 16.30), martedì 28 (ore 20). Info su: operaroma.it