Libretto: Simon Callow dall’omonimo racconto di Charles Dickens
Musica: Iain Bell
Prima rappresentazione italiana
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Personaggi e interpreti:
Narratore: Mark Le Brocq
Assistente: Veronica Risatti
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Direzione musicale: James Southall
Regia: Polly Graham
Scene e costumi: Nate Gibson
Luci: Ceri James
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Allestimento: Welsh National Opera
Produzione: Fondazione Haydn Stiftung
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La stagione OPER.A 20.21 della Fondazione Haydn, in prossimità delle imminenti festività, propone al Teatro Sociale di Trento A Christmas Carol di Iain Bell. Tutti avremo letto dell’incredibile vigilia dell’avaro Scrooge, passata con i tre fantasmi giunti a redimergli l’anima. Essi risvegliano in lui pensieri d’amore e di perdono che lo portano a comprendere il vero “spirito del Natale”. Il testo di Dickens fornisce invero ampi margini drammaturgici, ma Simon Callow, attore britannico qui in veste di librettista, sceglie di affidare l’azione a un solo personaggio, il Narratore. Ciò richiede a cantante e a regista sforzi notevoli per rendere vivo (e mantenerlo tale) il racconto.
Iain Bell, compositore classe 1980, inserisce A Christmas Carol come secondo capitolo nella “trilogia londinese”, cominciata con A Harlot’s Progress (2013) e da concludersi nel 2019 con l’ultimo lavoro. Il linguaggio musicale trasuda suggestioni britteniane, senza esserne imitazione asettica. Bell, rimanendo nel solco della tradizione britannica, predilige un frequente descrittivismo che trova, tra timbri aspri e cellule melodiche reiterate, una felice coerenza tra musica e testo. L’intento dichiarato è anche quello di non sovrastare il solista, motivo per cui i momenti di maggior drammaticità sono di facile identificazione e l’orchestra ridotta a sedici elementi. Preziosa è quindi la possibilità per l’interprete di far risaltare, in un crescendo di virtuosismo, le proprie doti vocali.
La giovane regista Polly Graham, assieme allo scenografo Nate Gibson, concentra l’azione nello spazio di un tetro salone, con un tavolo al centro e attorno abeti addobbati, una pendola e lampadari di cristallo. Graham prescrive al Narratore l’uso di cappelli, burattini e pochi altri oggetti al fine di ricreare nella mente dello spettatore i vari protagonisti del racconto, focalizzando così l’attenzione sull’atto del narrare attraverso il libro che il Narratore strapazza nel corso degli eventi. L’ambiente pare possedere vita autonoma, come abitato dagli spiriti, grazie alle luci di Ceri James.
Ampie soddisfazioni sul versante musicale. L’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, sotto la guida di James Southhall, si dimostra sempre più versata nel repertorio contemporaneo. Il direttore affronta la partitura con belle dinamiche, colori sempre cangianti, ritmi coinvolgenti, senza mai sopraffare il cantante in scena e mantenendo musica e parola in sinergico dialogo.
Al tenore Mark Le Brocq va riconosciuto l’immenso sforzo nell’affrontare il faticoso ruolo del Narratore. Canta e recita con precisione e gusto, la voce è omogenea in tutti i registri, salda anche quando nell’acuto Bell richiede d’estenderla il più possibile. Un doveroso applauso va anche all’assistente Veronica Risatti, spalla comica che puntella l’opera con piglio scattante e brioso, quasi da spiritello natalizio.
Consensi calorosi per tutti da parte del pubblico alla prima del 2 dicembre.