Torna dal 22 Febbraio al 13 Marzo 2011, al Teatro Sala Uno, dopo il successo della passata stagione, la nuova edizione dello spettacolo I COLTELLI NELLA SCHIENA, LE ALI NEL MUSO di Pierre Notte, (traduzione Mitridate Minovi). La regia è dell’apprezzato regista iraniano Reza Keradman. In scena: Reza Keradman, Gerardo Mastrodomenico, Caterina Misasi, Monica Samassa, Daniel Terranegra, Alessandra Raichi, Constantin Jopeck.
Maria non vuole che la tocchino, ha orrore di questo. Preferisce tagliarsi le braccia da sola, giusto per cercare di fare qualcosa delle sue mani e della sua noia. Ha le sue ragioni… i suoi genitori ad esempio sua madre che “odia qualsiasi tipo di rapporto” , una madre che potremmo definire tragicomica. Maria ascolta parlare e cantare il fantasma gioioso di sua nonna che sa il motivo per cui “si tagliano i bambini”e perché “queste ali che hanno sulla schiena, queste ali immense che hanno tanto spazio davanti a loro, quando non riescono più a volare, è come se diventassero dei coltelli piantati nella schiena”. Lei sogna di fare la cassiera al casello autostradale. Parte. Incontra ciò che può assomigliare a quello che di solito chiamiamo Amore. Come in una fiaba anche qui la morale potrebbe tradursi così: nella vita tutto può arrivar anche il nulla.
Pierre Notte
Autore, giornalista e regista, Pierre Notte (1969) viene nominato nel 2006 segretario generale alla Comédie-Française e Cavaliere nell’ordine delle Arts et des Lettres. È autore di tre raccolte di poesie e foto, e di romanzi. Ha scritto per il teatro fin dall’inizio degli anni ’80, firmando recentemente Et l’enfant sur le loup (2009); Deux petites dames vers le Nord (2008). La pièce Moi aussi je suis Catherine Deneuve vince i premi Théâtre 2005 della Fondation Diane et Lucien Barrière e nel 2006 il Molière du théâtre privé.
I COLTELLI NELLA SCHIENA, LE ALI NEL MUSO è un dramma, di grande spessore letterario e filosofico, finemente arricchito di molti elementi simbolici. La sofisticatezza di Pierre Notte come drammaturgo, stà proprio nella sua spietata capacità di esplorare il vuoto delle esistenze anonime del nostro tempo, in cui trionfa il nichilismo e si assiste all’eclisse di ogni forma di vita spirituale.