Riduzione e adattamento testo di Paolo Rossi e Carolina De La Calle Casanova
regia Carolina De La Calle Casanova
Con la partecipazione straordinaria di Lucia Vasini
Musiche composte ed eseguite dal vivo da Emanuele Dell’Aquila
Produzione La Corte Ospitale
In collaborazione con Fondazione Giorgio Gaber
L’altissimo gradimento del pubblico (lo spettacolo debutta nel marzo 2010 seguito da tre mesi di tournée con 25 le repliche al Teatro Strehler di Milano tutte esaurite), l’ulteriore perfezionamento dello spettacolo l’introduzione in scena della straordinaria interprete Lucia Vasini sono alcuni dei motivi che spiegano il ritorno del Mistero Buffo di Dario Fo interpretato da Paolo Rossi. Nessun altro spettacolo può esaltare allo stesso modo il ritmo e la genialità di Rossi nel descrivere l’immagine, nell’interpretare il pensiero del suo grande maestro Fo utilizzando il linguaggio contemporaneo.
“Questo Mistero Buffo, che non è mio, ma appartiene ormai a tutti, vuole essere un omaggio al mio maestro Dario Fo nella nostra umile versione pop. Se Gesù Cristo tornasse oggi chi sarebbe? Cosa potrebbe fare? Saremmo in grado di riconoscerlo e seguire la sua rivoluzione, i suoi dogmi, i suoi miracoli?
Clandestino allora come tanti oggi nel nostro paese fu accolto, ammirato, perseguitato e poi giustiziato. Un Gesù raccontato da un giullare, da Giuda, da Maria e dal popolo. Oggi, per paradosso, ognuno di noi è un povero cristo, ognuno di noi è “in fila alla biglietteria del cinema Italia”. Il Mistero Buffo di Dario Fo, nella nostra umile versione pop, è un omaggio al maestro Dario Fo (lui per primo ci ha insegnato che rubare in teatro è cosa buona, copiare è da coglioni), ed è anche un’avventura, uno spettacolo che si allontana il più possibile dalla versione originale diventando un contenitore unico, dove i misteri originali e quelli nuovi si uniscono e si miscelano, come accade nel teatro popolare. Ogni sera diverso – nonostante non ci sia niente di improvvisato -, recitato con il pubblico e non per il pubblico, è uno spettacolo ricco di cambi di registro, è un’allegoria che confonde i generi, la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. Un viaggio corale dove la musica di Emanuele Dell’Aquila si fa personaggio e anche drammaturgia, in continua interazione con l’azione scenica. I misteri non finiscono mai: il maestro Dario Fo non ha finito di raccoglierle e in ogni angolo della strada troviamo nuove storie che diventano parte del nostro mistero e si integrano con l’originale, lo arricchiscono, lo trasformano. Come è successo nel 1969, anche il nostro Mistero Buffo è un’operazione politica: come 40 anni fa, la nostra è ancora un’epoca in cui difendere dei valori significa difendere la sopravvivenza. Ma è anche un’operazione culturale perché vuole recuperare insieme al pubblico le radici profonde del teatro popolare. Abbiamo capito che il teatro, unico animale vivo, non cambierà il mondo ma può cambiare noi e aiutarci a resistere.”
Carolina De La Calle Casanova e Paolo Rossi
Il Mistero Buffo che Paolo Rossi ripropone non è una mera riproposizione deltesto – o meglio dell’insieme di testi – con cui Dario Fo segnò agli inizi degli anni settanta una vera e propria rivoluzione nel teatro contemporaneo italiano, ma rimane comunque un’opera geniale. Le storie di Gesù – l’infanzia, la resurrezione di Lazzaro, l’ultima cena, la passione – sono ambientate in questa versione in una vera baracca di comici dell’arte, portarori di racconti e di leggende, dove fra un tavolino a tre gambe, il manichino di un immigrato sempre presente insieme al musicista Emanuele Dell’Aquila e la spalla ineffabile di Lucia Vasini, Rossi interpreta il giullare e il giullare interpreta la realtà. Se Dario Fo usava il grammelot come altissima stilizzazione Rossi invece non insiste troppo su questa risorsa linguistica, ma racconta con grande affetto, quasi con intimità, le storie delle figure che via via evoca. Compaiono nella storia riferimenti contemporanei, facebook e telefonini, immigrati che sbarcano sul Lago di Garda come se fosse Lampedusa. Nei nuovi Misteri che Paolo Rossi presenta nuovamente a Torino altre storie dei Vangeli, occasione per riflettere sul contemporaneo e ritrovare un attore nel suo migliore stato di grazia.