Prima o poi doveva succedere.
A quattro anni di distanza dal fortunato spettacolo “Povero Silvio” Cornacchione torna a lavorare Con e Per il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Dopo anni di sodalizio e successi il loro rapporto che pareva essere entrato nelle secche dell’abitudine e dell’ordinario si è di nuovo infiammato e rafforzato.
La stessa dinamica intercorsa tra Silvio e gli Italiani.
Berlusconi e Cornacchione hanno stretto un patto di mutuo soccorso e in questo momento quello che ha più bisogno di aiuto è senz’altro il Premier.
Per questo l’amico Cornacchione ha deciso di scendere di nuovo in campo per far trionfare le armate del bene contro le orde del male, arruolandosi volontario nelle file del partito dell’amore.
Dove hanno fallito i suoi tanti avvocati e il suo portavoce Cornacchione vincerà, sorretto dalla sola forza del suo amore.
Quindi Silvio Berlusconi e Antonio Cornacchione si ritrovano insieme sullo stesso palcoscenico, grazie a “Silvio C’è?” il nuovo spettacolo del comico milanese.
Ma questa volta il gioco si fa raffinato. Se Berlusconi cerca di fare un passo indietro, di spegnere i riflettori accesi su di lui per non personalizzare la politica, allora è necessario rispettare la sua scelta e parlare di tutto pur di non parlare di lui:
Di gossip di Brunetta di Minzolini di Informazione di Vespe e di Daddario.
Insomma Berlusconi non è che uno dei tanti ingredienti dello spettacolo; Un’ora e mezza di confronto strabico con la realtà italiana, raccontata e cantata da Cornacchione e musicata da Carlo Fava, solida figura del teatro canzone, amabile chansonnier, campione italiano in carica degli imitatori di Joseph Ratzinger. I due complici duettano su massimi e minimi sistemi, rileggendo con ironia i tempi curiosi che andiamo vivendo.
Temi di scottante attualità, trattati con lo sghignazzo complice di due vecchi amici (tre, contando Silvio) che si cantano addosso, si parlano addosso, si criticano addosso, lavorando con autoironia sui rispettivi difetti. Così Antonio insegna a Carlo come uscire dalla nicchia della musica d’autore e Carlo sussurra ad Antonio i segreti dei vari Telegiornali partendo dalla loro musicalità interiore.
Per finire con un omaggio al grande Giorgio Gaber.
“Silvio c’è” è uno spettacolo che non fugge dall’attualità, ma la affronta perché in fondo l’attualità… è solo la storia quando era giovane.
Per chi comprende che tutto deve cambiare perché nulla cambi, che la flessibilità nel lavoro è solo la richiesta di mettersi a novanta gradi… Che la posizione della Chiesa sugli anticoncezionali è “l’uomo sul letto e la donna a duecento chilometri di distanza”.. Per chi, in fondo, sa che nei periodi più bui è sempre confortante accendere la luce e scoprire il volto di un buffone. Magari con un cantautore di fianco.
“Silvio c’è?”: notizie, , canzoni, fannulloni, religione, telegiornali, fotografie, cazzate. Non necessariamente in quest’ordine. Perché Silvio c’è, come Dio. Però anche ci fa.