Riprende con un nuovo weekend di spettacoli Cagliari a Teatro 2011. Nata lo scorso anno come attività collaterale della Scuola D’Arte Drammatica e per offrire alle compagnie sarde l’opportunità di allestire a costi contenuti in un vero teatro le proprie produzioni, la rassegna prosegue con un doppio appuntamento firmato dal Teatro Del Segno. La compagnia, diretta da Stefano Ledda, da tempo acuta interprete di sceneggiature dai forti contenuti sociali, sale sul palcoscenico sabato 12 febbraio alle ore 21 all’Auditorium Comunale di Piazzetta Dettori con la pièce “G.A.P. gioco d’azzardo patologico”.
Non ha i contorni di una pura e semplice denuncia, è piuttosto come una lente d’ingrandimento sul fenomeno “gioco d’azzardo” e quanto un apparente passatempo innocuo come il videopoker possa sfociare in patologia. Lo spettacolo realizzato e interpretato da Stefano Ledda si addentra con un linguaggio teatrale, accessibile e diretto, sui segnali, i rischi, la caduta e le conseguenze di quello che da svago innocente, pian piano si trasforma in voglia d’azzardo, ossessione e schiavitù.
Risultato di una precisa e metodica documentazione “G.A.P. ” è una storia reale fatta di nomi, mogli, posti di lavoro, figli, amicizie. In uno scenario scarno, anonimo, ma che è attraversato da segni, brevi ed essenziali il protagonista racconta l’imprigionamento opprimente della dipendenza di un giocatore compulsivo di videopoker. Frammenti di una vita contrassegnata dall’ossessione quotidiana, dalle bugie in cui si nascondono i giocatori incalliti con la passione frenata per le macchinette mangiasoldi, ma oltre a questi aspetti si raccontano anche gli oltraggi subiti, non dalla dea bendata con la cornucopia, ma da chi lucra e approfitta della sua debolezza.
Questo lento e progressivo lacerarsi, scandito da omissioni, compromessi, prestiti, abbandoni, violenza, il Teatro del Segno lo porta davanti allo spettatore per invitarlo a riflettere sugli effetti sociali devastanti di una patologia che la comunità scientifica internazionale ha già “riconosciuta” da quasi trent’anni.
Ancora l’attualità, ma questa volta i drammatici risvolti sociali della crisi del lavoro, del sistema del cottimo imposto dalle attuali leggi di un mercato al ribasso sono i contenuti del secondo appuntamento con il Teatro del Segno che domenica 13 febbraio alle 19 all’Auditorium Comunale presenta “Chi era Giacomo Serra”.
Liberamente tratto dalle pagine e dalle parole de “Il figlio di Bakunin” di Sergio Atzeni e “Paese d’Ombre” di Giuseppe Dessì, il Teatro del Segno rielabora frammenti di questi due testi non solo per raccontare la vita alla fine degli anni trenta nelle miniere in Sardegna, il lavoro a cottimo imposto ai minatori, ma soprattutto cerca di proporre degli interrogativi: quanto quel vecchio sistema di produzione è ora adottato nelle fabbriche, nei cantieri, nelle industrie o nelle campagne italiane? E’ possibile, in questa società battersi nel mondo del lavoro contro il cottimo?
Con una narrazione asciutta, una semplicità di segni e di linguaggio gli attori M. Gabriella Asunis, Rosetta Lo Nardo, Anna Paola Maturano, Daniela Collu, Francesco Cittadini, Massimo Pruna, danno la voce ai personaggi tratteggiati da Sergio Atzeni e Giuseppe Dessì, dispiegando davanti agli spettatori azioni, suoni, avvenimenti, immagini e le emozioni delle loro vicende.
Sul palcoscenico in un susseguirsi d’istantanee, appaiono allora, una cucina illuminata dalla fioca luce di una lampadina ad incandescenza che penzola dal soffitto, le finestre di un paese impaurito, le stanze spoglie della stazione dei carabinieri o il buio profondo di una galleria. Luoghi dove, annullando con la magia del teatro, la distanza tra personaggi e spettatori, accadono vicende, si racconta come la vita possa fermarsi e si fermi, sospendendo il fiato, ogni volta che la terra trema. Quando il lavoro-montagna decide di prendersi il suo tributo, o meglio ogni volta che il cottimo di un tempo, come il massimo ribasso o il subappalto di adesso, presentano il conto a chi è costretto a sottomettersi per la necessità “di campare i miei figli ”.
La rassegna è organizzata con il coordinamento della Scuola D’Arte Drammatica in collaborazione con il Comune di Cagliari e con un contributo della Provincia.
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