Emoticon fa ridere. Emoticon diverte, anche esageratamente, perché racconta senza ipocrisie le nostre debolezze, così umane, troppo umane. Giocando con i luoghi comuni e con le citazioni colte, parla di sesso, di mestruazioni che non arrivano, di tette che non crescono, di corteggiamenti ridicoli e di impiegati in vacanza premio, di playboy in crisi d’identità e di attori in astinenza da palco. I divertenti monologhi s’intrecciano tra loro, diventano invettive e confessioni, sfoghi rabbiosi e pianti ridicoli. Gli attori diventano quello che tutti noi siamo, anche e soprattutto quando facciamo finta di essere altro. Tolgono allo spettatore la maschera dal viso e svelando pensieri proibiti e inconfessati. Lo spettacolo diventa così un esilarante gioco di specchi, dove lo spettatore s’identifica nei personaggi, mentre l’attore è un emoticon in carne e ossa che sintetizza incisivamente stati d’animo, emozioni e pensieri.
Lo spettacolo è quindi una Jam Session, un gioco pop allegro e mordace che omaggiando Bertolt Brecht, racconta quella cosa strampalata e ridicola che è la vita.
Nel 2010 Emoticon ha vinto la seconda edizione della rassegna Salviamo i talenti – Premio Attilio Corsini.