Paolo Rossi
torna a teatro con Il Mistero Buffo di Dario Fo (PS: nell’umile versione pop), la “sua” interpretazione dello spettacolo, reso ormai storico con le migliaia di repliche, dal Premio Nobel alla Letteratura del 1997, Dario Fo.
Dopo il felice debutto della scorsa stagione, seguito da una lunga tournée che ha registrato ovunque il tutto esaurito – 25 le repliche al Piccolo Teatro Strehler di Milano – è ora riproposto con la straordinaria presenza in scena di Lucia Vasini.
La narrazione drammaturgica viaggia su due percorsi paralleli: i racconti di Fo e quelli, inediti, di Rossi. La prospettiva del racconto è sempre quella della povera gente, gli umili, “gli unici protagonisti veri del buono e cattivo tempo della nostra società di ieri e d’oggi”, afferma Rossi, che nello spettacolo attualizza la figura del giullare medievale, interprete dei malumori del popolo verso i detentori del potere.
Ogni sera diverso, recitato con il pubblico (e non per il pubblico), è uno spettacolo ricco di cambi di registro, è un’allegoria che confonde i generi, la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. Un viaggio corale dove la musica di Emanuele Dell’Aquila si fa personaggio e anche drammaturgia, in continua interazione con l’azione scenica.
Lo spettacolo è un omaggio all’amico e maestro Dario Fo (col quale esordì sul palcoscenico nel 1978) e alla celebre opera teatrale che rivoluzionò la storia del teatro popolare in Italia e nel mondo, e nel contempo una rivisitazione – aggiornata ai giorni nostri – dei Misteri che raccontano la nostra epoca.
Come l’opera di Fo, anche il Mistero Buffo di Rossi ha il comune obbiettivo di recuperare le radici profonde del teatro popolare, i lazzi, i vecchi meccanismi d’improvvisazione, gli sketch, i trucchi del mestiere, le storie e i canovacci.
A questi aspetti della tradizione, intesa quale base per la costruzione di nuovi linguaggi, vanno aggiunti anche gli stimoli, le passioni e gli slanci delle epoche più creative, come gli anni Settanta, anni forti di progetti culturali ancora sospesi.
Presentato per la prima volta come giullarata popolare nel 1969 e allestito oltre cinquemila volte in tutto il mondo, come è noto, Mistero Buffo è un monologo che rilegge in chiave buffonesca i misteri religiosi e si svela nella peculiarità del linguaggio, un mix linguistico fortemente onomatopeico nel quale riecheggiano le sonorità dialettali del Nord Italia: il grammelot.
Nato nel 1953 a Monfalcone, milanese d’adozione, Paolo Rossi da trent’anni spazia dai club ai grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, dalla televisione al tendone da circo: ovunque con il suo personale modo di fare spettacolo che, pur immergendosi nelle tematiche contemporanee, non prescinde dall’insegnamento dei classici antichi e moderni, da Shakespeare a Molière, dalla Commedia dell’Arte a Brecht.
Dal 2008 si dedica con nuovo slancio alla ricerca di un nuovo Teatro Popolare, attraverso soprattutto un capillare lavoro laboratoriale condotto in diverse città italiane (tra cui anche Rubiera, da cui nasce la collaborazione con La Corte Ospitale).
Il Mistero Buffo di Dario Fo (PS: nell’umile versione pop) è uno spettacolo di e con Paolo Rossi, prodotto e distribuito da La Corte Ospitale, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber.
Le musiche sono composte ed eseguite dal vivo da Emanuele Dell’Aquila con la regia di Carolina De La Calle Casanova.
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