Dopo aver sfiorato la nomination all’Oscar con il suo ultimo film, Paolo Virzì si mette alla prova con la settima arte e il passaparola è travolgente, tanto da fare il tutto esaurito ogni sera. L’approccio al teatro da parte di un cineasta livornese è particolarissimo, un nuovo capitolo della descrizione pungente e puntuale del piccolo mondo provinciale che ha fatto attraverso Caterina va in città, Baci e abbracci, Tutta la tua vita davanti, La prima cosa bella, solo per citare alcuni dei suoi film più noti. Se non ci sono altre domande coinvolge lo spettatore in un fantomatico show, dove tutto è spettacolo: la vita, la morte, i pensieri, le piccolezze di una vita qualunque, vanno alla ribalta, analizzate, indagate, rivelate. Violentato nella sua intimità è Michele Cozzolino (Silvio Orlando), sposato con Cristina (Lorenza Indovina), con due figli, un mutuo, un lavoro come funzionario della Sicurvita SPA, un uomo piccolo borghese, kafkianamente catapultato in un processo surreale in cui tutti sanno tutto di lui. I filmati inediti sulla sua infanzia, le persone defunte che tornano in vita per chiarire vecchie questioni irrisolte, il primo devastante amore (Chiara Caselli), le inaspettate verità che emergono dal passato, vengono date in pasto a voraci spettatori. Il protagonista, spaesato, preso in ostaggio da due zelanti presentatori (Roberto Citran e la spigliatissima Chiara Sani), tartassato dalle domande degli intervistatori, subisce le illazioni impietose di giornalisti rampanti e boriosi, opinionisti anonimi (il bravo Sergio Albelli), cronisti provinciali, prima rinnegando ogni cosa, poi prendendo coscienza che forse c’è qualcosa di vero, di colpevole, nel profilo psicologico che si va delineando. Paolo Virzì mette in scena l’inevitabile bilancio che ogni uomo fa nei momenti decisivi della propria vita e sceglie il linguaggio dell’allucinante mondo della televisione, con i suoi dibatti al massacro. Ne esce uno spettacolo innovativo, che fa uso di immagini proiettate, di doppie quinte sceniche, di un nuovo modo di intendere lo spazio teatrale. I personaggi, 21 in totale, recitati da 19 attori, invadono la platea, appaiono e scompaiono, confondono il personaggio e gli spettatori, che si ritrovano in un mondo veloce, sospeso tra realtà e fantasia. Se non ci sono altre domande è il risultato di una commistione di teatro, cinema e televisione, a volte un po’ ridondate e fastidiosa per il linguaggio mediatico adottato, ma sicuramente insolita e dinamica.
In scena anche Paola Balzarro, Antonella Bavaro, Francesco Brandi, Fortunato Cerlino, Salvatore D’Onofrio, Evelyn Hanack, Eva Kiss, Mimma Lovoi, Edoardo Natoli, Antonio Petrocelli, Marina Rocco, Maria Laura Rondanini, Alessandra Stordy, Silvio Vannucci.
Fino al 15 maggio al Teatro Eliseo di Roma