Dopo una tournée italiana che ha registrato ovunque il tutto esaurito, Caino, ultima opera del Teatro
Valdoca, sarà in scena dal 18 al 22 maggio 2011 alle ore 21 a Milano, nello splendido edificio in stile
Liberty del Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi 14, normalmente chiuso al grande pubblico, all’interno
della stagione del Teatro della Luna.
Per l’occasione lo spettacolo diviene il centro di un evento straordinario, sia per la potenza suggestiva del
Palazzo del Ghiaccio, che dunque diverrà eccezionalmente luogo teatrale, sia perché faranno da cornice allo
spettacolo proiezioni video e una mostra fotografica dedicata alla Compagnia.
Completamente prodotto dal Teatro Valdoca, storica formazione del teatro contemporaneo italiano, Caino è
diretto da Cesare Ronconi e appositamente scritto da Mariangela Gualtieri. La bellezza del Palazzo del
Ghiaccio accentuerà il tratto visionario, onirico della regia di Ronconi che sovrappone più piani, moltiplica i
punti di visione, capta forze e le dinamizza. Lo spettacolo poggia su un testo vibrante scritto durante le prove
e da poco uscito nella Collezione di teatro Einaudi. Protagonisti della scena sono Danio Manfredini, attore
molto amato a Milano, che ha in sé il groviglio di ombra e luce per interpretare in modo memorabile il ruolo
di Caino, Raffaella Giordano, angelo fragile e necessario, Mariangela Gualtieri, mendicante ebete e savia
che dà a quest’ultimo la propria voce, e Leonardo Delogu, vigoroso attore cresciuto in seno alla Compagnia
e in scena qui come Lucifero Illusionista. Con loro un vivacissimo Coro di giovani attori/danzatori, da cui
emerge a tratti la figura di Abele, movimenta questo affresco che con coraggio si interroga sull’umano.
La colonna sonora originale scritta anch’essa nel vivo delle prove, è in gran parte affidata ad un
Percussionista, che dà a questo spettacolo quasi la veste di grande concerto live. Tutto è teso per arrivare al
cuore di chi guarda. L’opera, alla quale Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri hanno lavorato per più di due
anni, non ha deluso le aspettative di chi la attendeva come grande evento teatrale: nel comune archivio del
teatro, lascia un nuovo testo e nuovi ruoli con cui confrontarsi.
“Caino in modo quasi profetico somiglia proprio a noi, uomini e donne di questo tempo. Come lui siamo
andati lontanissimi dalla terra feconda, distruggiamo la vita fuori e dentro di noi, siamo ormai senza
un’idea di prossimo, lontani da qualunque tema celeste.
Come Caino, che dopo il fratricidio costruisce la prima città e dà inizio alle nere arti della tecnologia,
siamo immersi in un agire furioso. Tutta la sanguinolenta e anche splendida storia umana pare il seguito di
quella di Caino. Ma è possibile pensare che è talmente d’amore la sostanza siderale di cui siamo fatti, che se
non siamo amati diveniamo deformi? Pensare che il male esiste già prima della società, con radici,
scappatoie, cunicoli dentro di noi, e che sempre siamo chiamati a fronteggiarlo?”. (M.G.)
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