Dall’ideatore di Daimon, Nogravity e Comix, Emiliano Pellisari, un sorprendente progetto teatrale, una trilogia ispirata alla Divina Commedia. Inferno e Cantica II, i primi due capitoli del progetto, dal 3 al 15 maggio 2011 calcheranno il palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano, sul quale il disegno della luce, la musica e gli effetti speciali si coniugheranno con la danza, l’atletica circense e la mimica e immagini straordinarie appariranno dal buio.
La Divina Commedia nell’intuizione visionaria di Emiliano Pellisari è la proposta del Teatro Arcimboldi che chiude la Sezione Danza della Stagione 2010/2011. Sul palcoscenico più grande d’Europa arrivano le suggestioni e le allegorie delle affascinanti macchine messe a punto da Emiliano Pellisari, già autore di Nogravity, lo spettacolo che lo ha imposto – insieme alla sua compagnia – all’attenzione del pubblico internazionale. In attesa che nel 2012 si completi la trilogia, con il capitolo dedicato al Paradiso, il pubblico milanese ha ora l’occasione di assistere a due spettacoli che annullano la fisica della realtà per condurlo nello spazio del sogno.
INFERNO
(Divina Commedia)
In scena dal 3 all’8 maggio 2011
L’Inferno di Pellisari è il luogo dove il reale e il virtuale si mescolano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti tratte dai più famosi canti danteschi. Un Inferno paradossale come Escher, assurdo come Magritte e crudelmente caravaggesco. Uno spettacolo dove il disegno della luce, la musica e gli effetti speciali si coniugano con la danza, l’atletica circense e la mimica. Immagini straordinarie appaiono dal buio senza soluzione di continuità come in un quadro di Bosch. Paolo e Francesca volano nel cielo, schiere di dannati cadono al suolo come foglie, i filosofi arabi galleggiano sospesi nel limbo, Minosse è immobile sospeso al soffitto. Angeli e Diavoli si affrontano nello spazio mentre un una grande stella pulsante appare nell’aria, formata dal corpo dei danzatori.
CANTICA II
(Divina Commedia)
In scena dal 10 al 15 maggio 2011
Cantica II, che ha debuttato in prima nazionale a novembre al Teatro Mancinelli di Orvieto, ha per protagonisti i costumi, i tessuti e gli oggetti. I danzatori non sono più soli, ma agiscono nello spazio sfruttando ogni attrezzo di scena; sono corpi nudi che si intravedono tra le maglie di grandi stoffe semitrasparenti, che si librano nell’aria magicamente, creando l’architettura di uno spazio ultramondano, quello del Purgatorio: scale di Escher appaiono dal soffitto, palloni galleggiano nell’aria e creano un luogo sofisticato ed elegante dalle atmosfere barocche. Cantica II traduce Il Purgatorio richiamando un Medioevo fantastico rappresentato attraverso immagini allegoriche scandite da musiche tratte dal repertorio classico intervallate da sonorità contemporanee.