Dopo lo sfolgorante esordio con Jet Sounds, cui seguono Bossa per due, Other directions (inciso con la storica Blue Note), Rituals e The modern sound, Nicola Conte torna con Love&Revolution, presentato al pubblico in Sala Sinopoli, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. E appare subito chiaro che si tratta di un lavoro che segna l’inizio di un nuovo percorso artistico e musicale per l’affermato dj e produttore barese, star del nu-jazz sofisticato che, per il nuovo disco inciso con la storica etichetta Impulse!, evoca ancora un’epoca, una storia, qui le ruggenti e rivoluzionarie atmosfere Anni Sessanta (anche con lo stile ad hoc dei musicisti con completi slim e cravatte sottili) ispirandosi alla cultura di protesta afroamericana di quegli anni. L’incipit fulminante del concerto dimostra subito che l’interplay fra i musicisti c’è ed è ben calibrato, ma le soluzioni musicali nel corso della serata sono tanto inaspettate quanto gradite, con la musica che si sovrappone alle voci delle tre vocalist che si alternano sul palco. E se Nailah Porter interpreta con grinta Do You Feel Like I Feel o si adegua ai ritmi sincopati di Black Spirits che illumina con potente voce soul, le sonorità sofisticate che rievocano i grandi musicisti Anni Sessanta riecheggiano esplicitamente in Freedom Days e i temi musicali si fanno quasi suadenti in Shiva (interpretata da Bridgette Amofah). Fra pezzi del nuovo album, Quiet Dawn interpretata da Alice Ricciardi, Love From the Sun o pezzi di successo di Conte, come la psichedelica Kind of Sunshine, il jazz sfuma in contaminazioni diverse di soul dalle sonorità un po’ mistiche, un po’ arabeggianti, spirituali e sensuali, esaltati dal virtuosismo dei musicisti. E infatti con un palco affollatissimo, l’idea (vincente) è di creare una superband con nomi di richiamo della scena nazionale e internazionale: Conte ricrea sul palco, come e meglio, le atmosfere del disco con la presenza di alcuni dei nomi che hanno suonato nel disco (con pochissima post produzione), esponenti di richiamo della scena nazionale e internazionale. Fabrizio Bosso (sempre incisivo e brillante) alla tromba, lo svedese Magnus Lindgren al sassofono (che ha curato anche i riusciti arrangiamenti), Gaetano Partipilo al sassofono tenore, sono i fiati in perfetta sintonia, Pietro Lussu al pianoforte (strepitoso quando ha maggiore libertà), Paolo Benedettini al contrabbasso, Teppo Makynen alla batteria e Pierpaolo Bisogno alle percussioni oltre allo stesso Conte alla chitarra. I pur numerosi assoli riempiono il pezzo, ma non scivolano mai nell’eccessivo protagonismo, mantenendo equilibrio fra i suoni d’insieme e l’improvvisazione. Un concerto ricco d’energia che diverte e convince gli appassionati, ma riesce ad attirare anche i neofiti del genere, sedotti da sonorità promiscue, che fondono sensualmente musica e voce. Duplice bis concesso a gran richiesta con Love&Revolution che dà il titolo all’album riunendo le tre voci, poi gran finale jazz.
Fabiana Raponi