Giovanna D’Arco e Gilles De Rais: killer seriale del 1400 lui, santa vergine e martire lei, sono gli straordinari protagonisti di Sangue. La trama è ispirata a reali vicende storiche: Giovanna venne poi processata e condannata al rogo come eretica. Gilles entrò in una spirale di violenza per cui violò, uccise e bruciò centinaia di bambini, divenendo uno dei primi serial killer della storia. Fu infine condannato al rogo e passò alla leggenda come Barbablù. Lo spettacolo racconta l’ultima notte di Gilles. Il condannato a morte è rinchiuso in una cella, accanto a lui una serva. Lui cerca Dio, lo ha sempre cercato. Ma Dio non risponde. Chi è questa serva silenziosa che lo ascolta nel suo delirio? Perché assomiglia così tanto a Giovanna? Gilles nella sua cella fa rivivere Giovanna, inviata da Dio a salvare la Francia. Lei non sa cosa sia il Male: abitata da voci sublimi è candida e dura come il diamante. Alla sua fulminea parabola di passione e morte si affianca quella del suo opposto, Gilles, l’assassino. Gilles è vampirescamente saldato a lei: dove si trova il confine tra il Bene e il Male? Siamo in un un’epoca splendida e feroce: carestie, peste, guerra. La società è lunatica, sadica e raffinata, materialista e superstiziosa, mistica e blasfema. Giovanna e Gilles diventano emblemi di due tensioni oggi fortissime: spiritualità e carne. Quando il rogo di Giovanna, con il suo conturbante odore di carne bruciata gli sottrae quell’unico fantasma morale, Gilles diventa Barbablù, volgendosi al Male per inseguire disperatamente il viso di lei in tutti gli esseri giovani che incontra. Gilles si interroga sul Male e commettendo il Male, cerca Dio.