“Tosto che avrò, per quanto sarà in me, dato agli Italiani l’Italia, tutte le mie cure voglio che sieno rivolte al progresso della sua Agricoltura. Da questo lato vedo un avvenire cotanto grande e lusinghiero, che non sarò pago se non avrò fatto tanto che basti per conseguirlo ad onore e gloria del mio paese”
Camillo Cavour, socio ordinario delle Reale Accademia di Agricoltura di Torino dal 1849
Una straordinaria pagina di storia risorgimentale e di Italia neounitaria che mette in luce la lungimiranza di un uomo che ha saputo essere agricoltore, stratega e imprenditore al tempo stesso. Uno spettacolo teatrale appassionante che racconta un Camillo Benso di Cavour meno conosciuto, tutto proiettato sulla piana risicola e sulle sue esigenze, al centro di un nodo drammatico fatto di contrasti e incomprensioni con il fattore della storica tenuta di Leri. Un’occasione per mettere in scena un paesaggio unico, per illustrare una topografia modificata nel Risorgimento ed ancora esistente, per comunicare in maniera originale l’ambiente di risaia e il sublime delle terre di canale.
Vercelli, prima metà dell’Ottocento: la questione irrigua viene gestita, tra speculazione e lucro, a discapito dell’agricoltura. Il grande statista piemontese comprende come la risorsa acqua non possa essere sottoposta alle sole leggi di mercato e che per il bene delle coltivazioni la gestione delle acque dovrebbe essere affidata direttamente agli stessi agricoltori. E così Camillo Cavour, temperando il suo spirito capitalista con una felice intuizione cooperativistica, vara un piano di acquisizione demaniale dei più importanti canali e riunisce gli agricoltori creando l’Associazione d’Irrigazione dell’Agro all’ Ovest del Sesia.
A coronamento di questi decisivi impulsi, nel 1866, dopo soli tre anni di cantiere, si inaugura il Canale Cavour: un’impresa storica, paragonabile all’Alta Velocità dei nostri giorni, un lavoro massacrante, tutto e solo di braccia e di badile. Un’infrastruttura nata per volontà di Cavour (morto prima che il canale venisse inaugurato), a partire dall’intuizione di Francesco Rossi (che per primo ne verificò la fattibilità nel 1842) e sul progetto di Carlo Noè (che lo realizzò vent’anni dopo). Ma soprattutto un segno umano tracciato al cuore della pianura dagli uomini che l’hanno pensato, voluto, scavato in pieno Risorgimento, cuore pulsante dell’Unità d’Italia e fucina di idee che hanno segnato l’agricoltura piemontese e italiana.
E così in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia Ovest Sesia si fa impresario teatrale e presenta Tutto e solo di braccia e di badile, una cronaca drammaturgica sul Canale Cavour e la sua costruzione, un racconto idraulico, una leggenda edile, una storia di uomini e di acque. Uno spettacolo per non dimenticare cos’era la fatica ai tempi delle Guerre d’Indipendenza, per ricordare che “ammazzarsi di lavoro” non sempre è stata metafora. Lucilla Giagnoni, testimone di tante storie di risaia (da Chimera a Marchesa Colombi), è l’unica interprete di questa sfida drammaturgica ideata da Francesco Brugnetta, che ne cura anche la regia. Unica donna di una storia che è stata fatta da 14.000 uomini. Addosso a lei le luci fluide e vibranti di Massimo Violato e le immagini raffinate ed evocative di Manuele Cecconello, la musicazione live e djset di Noego e le interviste docusound di Matteo Bellizzi, che danno voce agli acquaioli e a chi costantemente tiene in vita il Canale.
“Quando ho cominciato a interessarmi di irrigazione e canali – spiega Francesco Brugnetta, che nel comporre il testo di questa drammaturgia si è avvalso della preziosa collaborazione della stessa Lucilla Giagnoni e della supervisione di Enrico Terrone)– Ombretta Bertolo di Ovest Sesia me l’ha detto subito: ‘Attento che finisci anche tu con il babanin dell’acqua!’ E mi parlava di una specie di spiritello, che ti prende e non ti lascia più, fatto di curiosità ed affetto per questo mondo di chiuse e di fossi. È un sentimento di cura e attenzioni che magari, verso sera, prende per mano l’acquaiolo e, anche se non ce ne sarebbe bisogno, lo porta a controllare come va il Canale. Che poi è un modo come un altro per andare a vedere come va il mondo, per rassicurarci e per rassicurarlo. Con Lucilla stavamo realizzando il video istituzionale di Ovest Sesia e da quel giorno il babanin non ci ha davvero più lasciati. Ci siamo messi a cercare tra i libri e le storie, tra le persone e l’acqua, scoprendo un piccolo mondo e suggestioni grandissime”.
Ottavio Mezza, presidente Ovest Sesia, sottolinea come “la costruzione del Canale, opera considerata tecnicamente ed economicamente irrealizzabile nelle emergenze di un’Italia appena unita, dimostri che niente è impossibile quando si crede e si lavora con passione e competenza per realizzare le proprie idee”. E allude anche al gesto decisamente originale e coraggioso, per un consorzio irriguo, di produrre un lavoro teatrale. “Questo spettacolo – prosegue – vuole essere un tributo a tutti quegli uomini che con il sudore della loro fronte e l’arguzia della loro mente hanno lavorato e lavorano ogni giorno su questo territorio per preservarlo e tutelarlo, animati sempre da una grande passione”
Il Sindaco di Vercelli Andrea Corsaro e l’Assessore Comunale alla Cultura Piergiorgio Fossale si sono subito lasciati coinvolgere in un’esperienza così significativa, dove la realtà economica che da sempre identifica il territorio vercellese incrocia il suo racconto con quello dell’Unità d’Italia, offrendo spunto alla memoria che vede Vercelli fra le 27 città italiane insignite della Medaglia d’Oro come “benemerite del Risorgimento nazionale”.
AIOS – Associazione d’Irrigazione Ovest Sesia di Vercelli è un consorzio di irrigazione nato su iniziativa di Camillo Cavour con legge n.1575 del 3 luglio 1853. L’Associazione riunisce, nella forma privatistica e federale, 4.000 aziende agricole, nel territorio compreso tra la Dora Baltea, il Sesia e il Po, un comprensorio di 100.000 ettari, che interessa le province di Vercelli, Biella e Alessandria. 9.000 chilometri di canali, navigli, naviletti, rogge, controllati e regolati tutti i giorni da un centinaio di acquaioli attraverso più di mille edifici di misura. Insieme al suo omologo novarese, Est Sesia, gestisce la coutenza Canali Cavour, distribuendo acqua al primato della risicoltura europea. Abbracciando in pieno la filosofia dei moderni consorzi irrigui, è diventato in questi anni ente di riferimento per tutte le delicate questioni legate a questa fondamentale risorsa: dalla difesa idraulica del suolo al marketing territoriale, senza mai perdere di vista il sostegno fedele all’imprenditoria agricola e all’economia di base di queste terre.
INFO AL PUBBLICO:
Associazione d’Irrigazione Ovest Sesia
Via Duomo 2, 13100 Vercelli
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