È ufficiale: da quest’anno anche la città di Roma può vantare il proprio intrinseco omaggio alla danza grazie al Gran Galà di Danza Città di Roma che si è svolto il 29 maggio al Teatro Argentina. Ideato come duplice tributo alla danza e alla Città Eterna e qui alla sua prima edizione, è stato un successo, garantendosi fin da ora un seconda edizione il prossimo anno. Patrocinato dal Comune di Roma, dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio, organizzato dal Gruppo Guardiano, il Gran Galà vanta un respiro di carattere internazionale sia nella scelta dei danzatori, affermati ed emergenti, sia nella composizione del programma eterogeneo pensato per tutti e volto ad esaltare la danza, ma anche ad avvicinare i neofiti del balletto con l’esecuzione di celebri passi virtuosistici. L’atmosfera del “battesimo” della prima edizione si sente e tutto appare particolarmente curato (deliziose anche le rose in omaggio alle signore). La serata è in crescendo, seppur momenti altalenanti, e dopo il Jardin Animeè del Corsaro con le giovani allieve del corso dell’Accademia Nazionale di Danza, su coreografia di Maria Grazia Garofali (direttore corpo di ballo Fondazione Arena di Verona nonché madrina della serata) è la volta di Anna Osadcenko e Marijin Rademaker dallo Stuttgart Ballet impegnati nel pdd del terzo atto de La bella addormentata di Čajkovskij su coreografia di Petipa che fanno sfoggio di ottima tecnica. Ilenia Montagnoli e Tommaso Renda dell’Arena di Verona, come Odette e Siegfried nell’adagio del secondo atto de Il Lago dei cigni sembrano essere invece penalizzati dall’anomala base dal ritmo incredibilmente rallentato. I primi ballerini del Teatro Colon di Buenos Aires, l’agilissima Natalia Pelayo e Alejandro Parente sono impegnati prima in A Buenos Aires su coreografia originale di Gustavo Molajoli e musiche di Piazzolla, omaggio alla sensualità del tango e poi nella spendente coreografia della Vaganova in Diana e Acteon su musiche di Pugni. E se Fiamme di Parigi (con coreografia di Vainonen) esalta il pubblico con Adeline Pastor dell’Aaton Ballet Teatro Essen e Vittorio Galloro del Balletto classico R.Emilia, la Giselle di Bojana Nenadovic (del Liubljana Ballet GartnerPlatz), dolente e innamorata in coppia con Vito Mazzeo (attualmente al San Francisco Ballet) per il pdd del II atto, regala innegabili emozioni. Fra i momenti migliori anche il celebre pas de deux del Don Quixote di Minkus con le rocambolesche coreografie di Petipa con Maria Lucia Segalin e Breno Bittencourt dell’Aaton Ballet Teatro di Essen), ma c’è spazio anche per un fuori programma con l’esibizione del giovanissimo Aron Bell (11 anni e un curriculum invidiabile) che delizia il pubblico su musiche di Strauss. Scintillio degli abiti, musica e virtuosismo dei pas de deux sono gli ingredienti della serata per arrivare alle punte di diamante dell’evento, la coppia Eleonora Abbagnato e Benjamin Pech, étoiles dell’Opera di Parigi che optano per una variazione di programma. Non Saint Saens di Petipa come previsto, ma l’ammaliante pas de deux de La signora delle camelie di John Neumeier, sulle magnifiche musiche di Chopin. Memorabile l’interpretazione della coppia che crea in scena una passione che travolge i sensi e la mente, con i corpi che si rincorrono incessantemente, si amano e si fuggono tra la grazia estrema e la forza della passione. Ospite in prima fila, un’altra eccellenza della danza italiana, l’acclamato étoile internazionale Giuseppe Picone, recentemente applaudito e apprezzato all’Opera di Roma nel Trittico Béjart, Balanchine, Robbins, magnifico Siegfried nel pdd di Cajkovskij dal Lago dei Cigni.
Fabiana Raponi