Prosegue al Teatro Vittoria di Roma la Rassegna Salviamo i Talenti – Premio Attilio Corsini che, giunta alla terza edizione, nasce con la finalità di promuovere progetti teatrali di qualità per offrire visibilità a giovani registi, attori e autori. Coinvolgendo attivamente anche gli spettatori del teatro nella scelta della programmazione del Teatro, lo spettacolo vincitore, della rassegna, prodotto dalla Compagnia Attori & Tecnici, sarà infatti inserito nel cartellone 2011/2012 del Teatro. Il terzo appuntamento della rassegna teatrale, proposto in scena da Gli Incauti, Libera Associazione Teatrale, arriva da Bologna e si tratta de Il clown dal cuore infranto – lettera di Oscar Wilde dal carcere di Reading. Adattato e diretto da Simone Toni, il clown dal cuore infranto si apre, come spesso accade ultimamente, con il protagonista già in scena, con le note musicali che lo accompagnano (musiche originali di Carlo Borsari), immedesimandosi già nel personaggio, mentre il pubblico prende posto in platea.
Condannato a due anni di lavori forzati per sodomia, lo scrittore Oscar Wilde scrisse dal carcere di Reading nel 1897, una lunghissima lettera, De Profundis indirizzata a Lord Alfred Douglas, alias Bosie, suo giovane aristocratico, capriccioso e vanitoso amante il quale sostenne di non averla mai ricevuta. Lo spettacolo muove proprio dalla lettera, volendo coinvolgere il pubblico a rivivere, quasi spiando, le vicende di Wilde, come uomo e come scrittore. Fedele trasposizione teatrale del De Profundis, la messinscena muove dall’epilogo, vale a dire dalla condizione di carcerato: “Siamo i buffoni del dolore. Siamo i clown del cuore infranto” scrive Wilde in un passo del De Profundis riferendosi alla condizione dei carcerati. Wilde è già in carcere, con il trucco da clown a contrastare la divisa da carcerato, a rievocare la sua vicenda, la sua storia, la sua passione. Via via si affastellano sulla scena citazioni e aforismi, estratti della lettera, ricordi ed esperienze a ricreare la l’incontro e la mondanità in una costruzione drammaturgica “a ritroso” che concretizza agli occhi degli spettatori una cruda vicenda di condanna ed emarginazione e abbandono, fra mondanità e la vita del carcere a ricostruire la fatale e rovinosa passione fra il drammaturgo e il vanitoso giovane di rosso vestito.
Subito Wilde si riveste di sé stesso, riappriopiandosi di cappello, pelliccia e bastone per calarsi nella mondanità, vivere la sua passione, difendersi davanti al Tribunale che lo condannerà e una giuria popolare fatta di indignati fantocci, mentre lui cercherà di difendersi. Nel ruolo di Oscar Wilde, l’attore di origine serba Milutin Dapcevic, attore di origine serba, già noto in Italia e all’estero, bravo nell’imprimere note dolenti o mondane al suo personaggio. In scena anche Michele Di Giacomo, Gabriele Falsetta, Diana Manea. Configurandosi come uno spettacolo in cui il pubblico vada quasi a spiare la vicenda, appare ben costruito, sufficientemente coinvolgente per il pubblico per riflettere su una storia di trasgressione, ma ferocemente attuale in un’epoca in cui di susseguono gli scandali dei preti pedofili. Ultimo appuntamento giovedì, venerdì e sabato con un classico di Goldoni, La Bottega del caffè.
Fabiana Raponi