Sul palco Pippo Pollina, sarà accompagnato dalla sua chitarra, dal suo pianoforte e dal sax di Gaspare Palazzolo.
E poi…un tavolo da bistrò da dove Pippo leggerà momenti di vita personale e collettiva tratti appunto dal libro biografico abitare il sogno. vita e musica di pippo pollina, appena scritto dal giornalista Franco Vassia e pubblicato in italiano e tedesco.
Fra una canzone ed una lettura, durante il concerto verranno proiettati sorprendenti filmati ‘Immagini private e pubbliche’, sequenze dei periodi artistici di Pippo Pollina e momenti della nostra ‘storia’ comune. Infatti se la musica del cantautore siciliano Pippo Pollina, può inserirsi nel filone di una certa canzone d’autore tradizionale, la sua vita avventurosa e politicamente ‘scorretta’ non trova di certo alcun paragone con altro musicista italiano degli ultimi decenni. Nato e cresciuto a Palermo, Pippo Pollina fa parte del primissimo movimento antimafia, proprio mentre la sua città è teatro di una guerra legata a COSA NOSTRA che stermina 2.000 persone in pochissimi anni. Il suo impegno civile e artistico si estrinseca attraverso la militanza e la collaborazione giornalistica nel periodico antimafia “I SICILIANI” e con la fondazione, insieme ad altri musicisti palermitani, del gruppo di musica World AGRICANTUS. Da quel momento musica e impegno civile diventano la bandiera di ogni suggestione emotiva di Pippo Pollina, il quale contemporaneamente riesce anche a studiare Giurisprudenza all’Università di Palermo. Nel gennaio del 1984 l’assassinio a Catania del direttore della rivista I SICILIANI Giuseppe Fava inaugura una stagione di violenza e di minacce anche nei confronti dei giornalisti e degli artisti scomodi, che con le loro denunce e le loro opere intendono mettere in luce le connivenze politico-mafiose dello stato italiano. Gli intrecci che univano in un’unica struttura grande criminalità organizzata e alte cariche dello stato Italiano, era talmente palese da mortificare ogni reazione che potesse raggiungere un qualche risultato a medio termine. Nel 1985 decide di abbandonare l’Italia. Dopo essersi trasferito, nomade, in Svizzera, ‘emigrante’ con la chitarra, fa una serie di fortunati incontri con artisti del calibro di Linard Bardill, celebre cantautore elvetico. Inizia una vita nuova, incide album e va in giro per tournèe. La sua vivace curiosità e l’attrazione irrefrenabile verso il bagaglio culturale di altri gli fanno iniziare collaborazioni con artisti di grande caratura internazionale, da Georges Moustaki a Konstantin Wecker, da Franco Battiato agli Inti Illimani, dai Patent Ochsner ad Andreas Vollenweider, da Werner Schmidbauer a Charlie Mariano solo per citarne alcuni.
Il libro a lui dedicato, abitare il sogno, è la narrazione esemplare di una generazione orfana di modelli dai riferimenti inamovibili, e trova, nell’esempio unico e forse irripetibile di Pippo Pollina, la sua esemplificazione più cruda. In sostanza è un percorso narrativo che attraverso la vicenda di Pollina trasvola le frontiere del sud e del centro Europa, delineando una nuova figura di agente culturale tra i confini del nostro vecchio continente, figura che alla luce delle incertezze di questi nostri tempi può fare scuola o rimanere una vicenda a sé. Una storia che, al margine di ciò che avverrà, colpisce per la ricchezza dei temi e l’intersecazioni dei luoghi e delle vicende. Scrive nella prefazione italiana Gian Carlo Caselli: “Lo storico Salvatore Lupo ha sostenuto che non si può dire che i risultati nel contrasto alla mafia – in Italia – siano stati ottenuti dallo Stato , che anzi in vari casi ha ampiamente ostacolato il lavoro svolto da altri. Quei risultati sono frutto di un gruppo composto di rappresentanti dell’opinione pubblica, di uomini delle istituzioni e di uomini della politica, probabilmente minoritario in tutti e tre i settori; che tuttavia – col suo peso complessivamente minore – ha ottenuto successi che Lupo definisce grandi: la dimostrazione che la mafia si può sconfiggere, almeno ciclicamente. Se la sconfitta non è (ancora) definitiva, ciò dipende anche dal fatto che troppo spesso l’isolamento – invece che verso la mafia – si indirizza verso coloro che cercano di contrastarla…La lingua dell’arte ha in PIPPO POLLINA un interprete d’eccellenza. La sua battaglia contro le mafie è una battaglia di musica e parole, condotta nella consapevolezza che la presenza invadente del potere mafioso, lungi dall’imporre il silenzio, richiede appunto la parola: che non è solo un diritto personalissimo, ma anche un contributo potente ( se esercitato come Pollina sa fare) alla realizzazione di una comunità finalmente capace di rompere le ingiustizie. Per un certo potere e per una certa cultura il vero peccato non è il male, ma raccontare il male. Pippo Pollina non teme di essere un ”peccatore”. Sa tenere la schiena sempre dritta e comunicare, con la parola musicata e cantata, verità scomode per i mafiosi ed i loro complici.”. Ed ancora Franco Battiato: “La storia di questo siciliano, che onora la nostra terra, è un paradigma. Lascia famiglia e città (Palermo), e parte per andare incontro al suo destino. Diventa, per necessità, musicista di strada, sopravvivendo così, prima in Italia e poi in tutta Europa. Questo ottimo compositore, caro agli dei, ha raggiunto il successo sia in Svizzera, vive a Zurigo, che in Germania.
Ingresso: Intero Euro 15 Ridotto Euro 10
In caso di pioggia il concerto si terrà presso il Teatro Niccolini di San Casciano V.D.P
Ufficio stampa Alessandra Pagliai 338 3309866
Info e prenotazioni: mirella@storiedinote.com / 339-8504684