IVA BITTOVA VA IN SCENA A SAN MAURO PASCOLI CON UN CONCERTO SUGGESTIVO, INCENDIATO DALLA FEMMINILITÀ DELICATA E SULFUREA DELLA CANTANTE E VIOLINISTA. Ancora in scena le Fuochi con uno spettacolo itinerante ispirato a Roland Barthes e i Rotozaza al Caffè Commercio con un “gioco da tavolo” che porta lo spettatore a essere artefice teatrale. E ancora “miniature” e “cori” e la scena internazionale nei video di Intersection dalla Quadriennale di Praga. Segue, a parte, comunicato sui vincitori del Premio Scenario. Iva Bittovà
– musicista di origine ceca, ora basata negli Stati Uniti – sarà in concerto questa sera sul palco di Villa Torlonia a San Mauro Pascoli (ore 22.00). Composto da una particolare risonanza tra voce e violino, il suo è un universo musicale che dà vita a mondi poetici in cui si mescolano la tradizione popolare ceca, sua patria d’origine, e l’avanguardia newyorkese. “Per molti anni ho lavorato in un’ampia gamma di generi musicali, incluso il jazz, il rock, la musica classica e l’opera: sono ancora lontana dal decidere che nome dare al mio personale stile – afferma l’artista. Qualunque esso sia, è considerato da molti decisamente originale”. Nella suggestiva cornice della Corte di Villa Torlonia, la musicista dall’anima tzigana e dalla sapienza compositiva sorprendente, racconterà di gioie e nostalgie muovendosi in maniera camaleontica tra ritmica e dolcezza. Il New York Times ha scritto di lei: “È una vera cosmopolita. Interpreta il ruolo di cantante come quello di un banditore la cui voce anima antichi miti e l’attualità”. Il concerto di Iva Bittovà è ospitato a Santarcangelo 41 in collaborazione con Emilia Romagna Festival nel cui contesto l’artista si esibirà venerdì 15 luglio.
Riprendono oggi le repliche della giovanissima compagnia Fuochi al Met (Museo Etnografico, ore 17, 18 e 19) con Amabo Te: lo spettacolo, ispirato a Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, è un’azione itinerante dove un piccolo gruppo di spettatori si muove al seguito di una ragazza “pin-up, mostriciattolo, fenomeno da baraccone, trapezista caduta, scimmietta vestita, creatura inclassificabile e intrattabile”. Letteralmente amabo te significa “ti amerò”, “ti sarò obbligato”, oppure “di grazia”. Si domanda una grazia e contemporaneamente si afferma un amore, un obbligo.
Prosegue anche Etiquette di Rotozaza al Caffè Commercio, dove in uno dei tavolini è allestita un’installazione per due partecipanti (aperto dalle ore 11.00 alle ore 19.00), invitati a indossare delle cuffie e a seguire poi, diligentemente, le indicazioni che vengono comunicate loro e che li portano a essere protagonisti di diverse micro-situazioni, molte delle quali prese in prestito dal cinema e dal teatro, in particolare da Vivre sa vie di Jean-Luc Godard. L’atmosfera è sospesa tra il gioco da tavolo e la coreografia, in cui la conversazione diventa sia un mezzo sia un argomento, e viene mostrata come una sorta di “teatro”. Etiquette è una riflessione radicale sullo spettatore, invitato a sperimentare l’abbandono di sé a una scrittura dettata per attori.
Miniature
È possibile vedere ogni giorno alcune delle “miniature” di Santarcangelo 41: in loop il video di Marina Abramović, Chorus (estratto dell’opera video Count on Us), dove la celebre performer si mostra celata da uno scheletro mentre dirige un coro di bambini in nero che cantano l’inno dell’ONU in lingua serbo-croata (Monte di Pietà, 18.00-23.00, gratuito); Pensieri sghembi sul narrare storie vere, videoconferenza nella quale l’illustratore e autore di fumetti Igort racconta il proprio rapporto con la rappresentazione (Scuola elementare, 16.00-18.00, gratuito). Sempre alla Scuola elementare e sempre ad accesso gratuito, ma con inizio alle 18.30, 19.30 e 20.30 (gratuito), il film del coreografo Jérôme Bel, che ha per titolo il nome di una danzatrice del Balletto dell’Opéra National de Paris, Véronique Doisneau, di cui compone il ritratto. L’installazione-video Baal di Anna Biagetti, Ex-Carceri (dalle 21.30 alle 23.00, ogni 30′, gratuito), dove una luce si fa protagonista di una lotta fra sopravvivenza e consunzione, e la materia luminosa è soggetto caparbio che si spinge ai limiti delle sue possibilità. Il Discoarmadio di Guvi Produzioni è un’installazione che concentra nel perimetro di un armadio a due ante tutte le potenzialità e le impossibilità della comunicazione tra individui: vi si balla da soli o in coppia (Arena Supercinema, 21.00-24.00, gratuito).
I cori del festival
Anche alcuni “cori” di Santarcangelo 41 proseguono nel loro inarrestabile percorso fatto di moltitudini di voci. I primi a farsi sentire sono i duecento adolescenti diretti da Marco Martinelli del Teatro delle Albe in Eresia della felicità: un plotone di volti provenienti da diverse città e paesi del mondo – Italia, Belgio, Senegal, Brasile, Stati Uniti – intenti a imbracciare le parole temerarie del poeta rivoluzionario Majakovskij; una creazione a cielo aperto che si può seguire ogni giorno dalle 18.30 alle 21.30 allo Sferisterio. ágō-go è invece collettivo di videomaker condotto da Alessandro Renda e Aqua-micans. Il nutrito gruppo produrrà filmati giornalieri che tradurranno sul video le vibrazioni captate negli spettacoli, nei vicoli, sulla scena e tra il pubblico del festival; i risultati di questa documentazione in progress, che verrà raccolta in unico film nei giorni successivi al festival, saranno visibili sul sito del festival e in alcuni locali del centro storico in forma di incursioni. E in piazza Ganganelli trova spazio il coro di sedie di Chiamata pubblica: immobile e tenace, la grande platea a cielo aperto voluta da Ermanna Montanari è il risultato di un appello lanciato ai teatri italiani, che hanno donato una sedia della propria platea al festival come segno di partecipazione a uno stato generale di crisi e insieme a un rilancio di forza collettiva.
Intersection – Intimacy and Spectacle in collaborazione con la Quadriennale di Praga
Dei cinque artisti del progetto “Intersection – Intimacy and Spectacle” che presentano in prima nazionale a Santarcangelo le proprie installazioni è possibile assistere oggi alle tre opere allestite dentro la Scuola elementare in piazza Ganganelli: il documentario Immersion del tedesco Harun Farocki mostra i passaggi emotivi di un programma per la cura dei soldati traumatizzati dalla guerra in cui si utilizzano ricostruzioni virtuali per superare i traumi della realtà; Mikado, deI finlandese Hans Rosenström, è ispirato a Sussurri e grida di Ingmar Bergman e immerge lo spettatore nelle proprie voci interiori; e Singspiel, 2009 di Ulla von Brandenburg ritrae in un unico piano sequenza l’immaginario psichico di una famiglia e il suo canto corale (ore 18.30-23.30).
In attesa della riapertura del dopofestival da venerdì 15 luglio all’Odeon Club, rimane aperto il Centro Festival allestito sotto i portici del Municipio di fronte a piazza Ganganelli, con cucina a cura di Laratatuia. Aperto dalle 19 fino a tarda notte.
Verranno comunicati in giornata i vincitori del Premio Scenario e Premio Ustica e le relative motivazioni, con cortese preghiera di pubblicazione.