Non ci sono magie o incantesimi, ma solo il leggerissimo intreccio degli equivoci e di amore, l’irresistibile gioco del travestimento e degli equivoci, spesso anche crudeli, in una delle più delicate commedie di Shakespeare, La dodicesima notte o Quel che volete.
Torna in scena il fortunato allestimento di Riccardo Cavallo, regista dello spettacolo (suoi anche l’adattamento e la traduzione) che ambienta l’azione in un’Illiria esotica, quasi magica e fantastica, complici i bei costumi di Susanna Proietti ispirati all’Oriente da favola e le scenografie di Oreste Baldini, davvero bellissime, interamente intarsiate con elementi acquatici e con tanto di fontana zampillante nel giardino, un piccolo capolavoro ad arricchire il palco del Globe.
La commedia si apre su un terribile naufragio in seguito al quale la giovane Viola crede di aver perso il gemello Sebastiano; sbarcata in Illiria la giovane, sotto le mentite spoglie di Cesario, entra al servizio del Duca Orsino innamorandosi di lui, ma costretta a corteggiare proprio in nome del Duca la Contessa Olivia che naturalmente a sua volta s’innamora di Viola/Cesario. La ricomparsa di Sebastiano creerà inevitabili equivoci, ma nel gioco degli intrecci ogni cosa tornerà al proprio posto: Viola riabbraccerà il suo gemello Sebastiano e le nuove coppie convoleranno a giuste nozze.
Alla trama amorosa centrale si sovrappone la sottotrama (non meno importante) comica che coinvolge gli abitanti della dimora della Contessa Olivia. Il maggiordomo Malvolio (un efficace e altezzoso Nicola D’Eramo) è segretamente innamorato della Contessa e resta vittima del crudele scherzo ordito ai suoi danni dal fool Feste (il bravissimo e un po’ malinconico Gerolamo Alchieri), la scaltra (come da tradizione) serva Maria (Lydia Biondi), Sir Tobia (Roberto della Casa), il nullafacente zio ubriacone di Olivia e lo sciocco Sir Andrea (Alessio Caruso), pretendente di quest’ultima: l’alchimia degli attori appare scoppiettante e ideale regalando momenti di assoluta comicità e divertimento.
L’impostazione del resto del cast appare invece più composta, mai rocambolesca: il Duca Orsino è un Carlo Ragone quanto mai veemente e quasi aggressivo che cerca di consolare le sue pene d’amore perdendosi fra gli amplessi con una sua schiava mentre la Contessa Olivia (sprezzante quanto necessario Claudia Balboni) lo respinge salvo poi innamorarsi della dolce Viola/Cesario (la delicata Federica Bern).
Nella conturbante sensualità dell’isola che sembra inneggiare e spingere chiunque all’amore, che sia ossessivo o soffocato, taciuto o reale, si consumano gli intrecci della vicenda accompagnati dalle indimenticabili note di In the mood for love, fra atmosfere suadenti degne de Le mille e una notte: e ogni cosa, dopo l’apparente disordine tornerà fortunatamente al proprio posto.
Fabiana Raponi