E’ singolare che nell’oleografica celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia Marco Balliani ci mostri, di quel complesso mosaico, le tessere sottratte all’attenzione del grosso pubblico da parte della storiografia ufficiale. Solo in questi ultimi anni il fenomeno del brigantaggio nel meridione, nato come reazione all’invasione armata dell’esercito di Vittorio Emanuele II, è stato discretamente disvelato con articoli e saggi, ma ancora censurato in molti testi scolastici.
La domanda è: ll brigantaggio postunitario nel Mezzogiorno d’ltalia è un fenomeno criminale o resistenza politica?
Il brigantaggio nasce dalle promesse (assegnare la terra ai contadini) che Garibaldi non poté mantenere, promesse che avrebbero riscattato quel popolo da una vita di estrema povertà, miseria e sudditanza. Ma quando l’azione dell’esercito piemontese diventa repressiva, si comporta come un’orda barbarica, distrugge, uccide, violenta, la reazione di quelle anime disperate esplode e i più coraggiosi e violenti vanno sulle montagne, partigiani ante litteram. Così nascono i “briganti”. Così comincia una lotta antiunitaria, una guerra senza trincee e senza prigionieri.
Il testo di Marco Balliani e Felice Cappa con la drammaturgia curata da Maria Maglietta, è essenziale, coivolgente e intenso, una fucina di emozioni moltiplicate da una straordinaria scenografia multimediale e dalle capacità affabulatorie di Marco Balliani che, nelle vesti del narratore, introduce l’intervento virtuale di altri tre personaggi (un contadino, una popolana, un barone e un soldato piemontese) in una sorta di schermo cinematografico dove le pulsioni della vicenda narrata vengono zummate con effetti eccezionali in termine di emozione e partecipazione. Il vero personaggio è il popolo meridionale vittima sacrificale prima della violenza sabauda, poi dell’illusione della restaurazione borbonica. Il filo che tiene unito i vari spezzoni del racconto è rappresentato dalle vicende emblematiche del bandito Carmine Crocco che assurge al più alto livello del brigante/resistente. Quella raccontata è una pagina ingloriosa della storia d’Italia, la storia di un popolo di perdenti, di sradicati ai quali non rimane che l’emigrazione.
I quattro personaggi virtuali sono i bravissimi Salvo Arena, Naike Anna Silippo, Aldo Ottobrino e Michele Sinisi.