E’ difficile recensire uno spettacolo come “Circus Klezmer” ideato e messo in scena da Adriàn Schvarzstein al Teatro Franco Parenti. Se fossimo costretti a definirlo con una parola non avremmo dubbi nel dire “magico”. Magia sia in senso teatrale con invenzioni fantastiche, sia come stupefazione, sia come poesia che ci riscatta da questo mondo tecnologico e frenetico. Quando si spengono le luci della platea, anche gli adulti accantonano la razionalità e si lasciano trasportare dal ritmo struggente della musica di matrice ebraica (klezmer) e dalla leggerezza e dalla bravura degli straordinari artisti/clown che con la loro impressionante capacità gestuale riescono ad esaltare il linguaggio del corpo rendendo “marginale” la parola che perde il valore semantico e si esprime attraverso suoni e tonalità.
L’azione si svolge in un villaggio ebraico in un posto e in un tempo indefinito dove viene celebrato in modo surreale e comico un matrimonio in un fluire continuo dove vengono coinvolti in esilaranti siparietti, con la complicità di bravissimi musici, acrobati, giocolieri e il pubblico della sala che si presta al gioco. Un tocco di grazia e di poesia è stata esibita da una giovane acrobata che, appesa ad una sorta di liana fatta da tessuto bianco, si è esibita in funamboliche ed emozionanti evoluzioni.
Insomma uno spettacolo divertente ricco di fantasia, creatività, grazia, eleganza, ritmo, armonia. Insomma di poesia. Il linguaggio dei corpi e le atmosfere magiche e il fascino della musica costituiscono un unicum che riesce a coinvolgere ed emozionare gli spettatori.
Tutti attori e musicisti meritano una particolare menzione dal regista e attore
Adriàn Schvarzstein ai bravissimi Helena Bittancourt, Luis Nino “Toto”, Alba Sarraute, Joan Català e Rebecca Macauley (violino), Nigel Haywood (clarinetto) e Petra Rochau (fisarmonica).
Spettacolo dunque originale, sorprendente e incantevole. Da non perdere.