L’acqua è un “nastro magnetico liquido” in
grado di registrare in modo molto sensibile le informazioni energetiche che
riceve dall’ambiente.
Il tema dello spettacolo è l’acqua, la sua potenza energetica e di
comunicazione. L’acqua è sempre stato considerato un elemento sacro, un dono
degli dei o di Dio in quanto fonte di vita e di sopravvivenza.
Se noi consideriamo la terra come un corpo
umano, l’acqua rappresenta la parte liquida, il sangue, i fluidi. I fiumi sono
vene che si riversano nel cuore/oceano a da qui ripartono rigenerate per andare
di nuovo ad irrorare di vita ogni forma vivente dell’organismo/terra.
La principale fonte ispiratrice di questa
creazione coreografica è stata l’opera dello scienziato e ricercatore
giapponese Masaru Emoto che da circa 30 anni sta portando avanti studi e
ricerche approfondite sull’acqua. Secondo Emoto l’acqua rappresenta una sorta
di “nastro magnetico liquido” in grado di registrare in modo molto sensibile le
informazioni energetiche che riceve dall’ambiente.
L’acqua è anche un bene prezioso che scorre
incessantemente e mette in comunicazione zone e culture diverse. Ma è una
risorsa purtroppo non accessibile a tutti, ci sono tantissime popolazioni
ancora oggi che per accedere all’acqua potabile devono spostarsi, viaggiare, la
devono trasportare faticosamente.
“Fino
all’ultima goccia” è una riflessione su vari temi legati
all’acqua, ed è chiaramente
una cassa di risonanza e di consapevolezza. La consapevolezza di considerare
preziosa ogni goccia d’acqua come fosse speranza, saggezza, dedizione.