Quello che prende gli
schiaffi
scritto da Andreev tra
agosto e settembre del 1915 fu rappresentato al Teatro d’Arte di Mosca e a
Pietroburgo al Teatro Aleksandrinskij con la regia di N. V. Petrov, il regista
ne trasse anche un film nel 1916. Nel dramma l’elemento realistico, simbolico e
psicologico sono fusi perfettamente raggiungendo un’eccezionale liricità.
“La libera versione di questo testo – dice Mauri, anche
regista e coprotagonista con Roberto Sturno – è motivata dal desiderio di
mettere in maggiore evidenza le inquietudini, i disagi e le ansie che sono
presenti nella nostra attuale società, tuttavia senza restare ingabbiati
nell’ipocrisia del rispetto esasperato del testo, ma con la sensibilità e la
responsabilità dell’uomo di oggi”
Un
uomo vuole fuggire dalla società nella quale vive, dove tutto è dominato
dall’egoismo, dall’indifferenza e dal denaro con cui tutto si compera, anche i
sentimenti più puri. E allora diventerà un clown! Sale su un palcoscenico da
dove comincerà la sua nuova vita e, sotto lacrime dipinte, potrà ridere del suo dolore e con le sue
sguaiate risate potrà gridare la sua ribellione. E’ un pazzo? No! E’ uno di quei
rari uomini che sperano si possa costruire un mondo migliore.
Un
tragico colpo di scena metterà fine al suo sogno.
Clown, domatrici di leoni,
ballerine mute, piccoli truffatori,
ignobili seduttori, uomini sconfitti dalla vita, uno spettacolo, Quello che prende gli schiaffi, con
tutti i colori del caleidoscopio che è la vita: dramma, commedia, farsa,
risata, lacrime, musica, canto e danza.
In scena undici attori, Glauco Mauri e Roberto
Sturno affiancati da Leonardo Aloi,
Barbara Begala, Marco Blanchi, Mauro Mandolini, Lucia Nicolini, Roberto
Palermo, David Payla, Stefano Sartore, Paolo Benvenuto Vezzoso. Le musiche,
eseguite dal vivo dai tre attori-clown, sono di Germano Mazzocchetti, le scene
di Mauro Carosi, i costumi di Odette Nicoletti.