La verità, la disgregazione della personalità che porta a una nuova forma. Una verità che non è mai uguale per tutti. Un istante potremmo dire di essere così e subito dopo non potremmo più dirlo. Come reagisce l’uomo dinnanzi a tutta questa confusione? Follia, solitudine, aggressività: tutto questo è Centomila Maschere.
La Nuova Compagnia del Lido, con sede a Ostia, presenta il suo primo lavoro: un’idea originale, uno spettacolo di teatro-danza, ispirato al pensiero di Luigi Pirandello.
La scena è dominata da uno stand, appesi e a terra ci sono diversi costumi e molte maschere. Il tema che attraversa lo spettacolo è proprio il rapporto morboso che i danzatori hanno con lo stand: da un lato nido accogliente, ma dall’altro trappola che attira inesorabilmente l’uomo/danzatore. In un alternarsi di pezzi corali, passi a due e assoli, si cercherà di portare il pubblico dentro la mente visionaria di uno dei più grandi scrittori del secolo scorso.
La compagnia propone uno stile coreografico in linea con la tendenza attuale, ovvero una contaminazione della tecnica jazz con la tecnica contemporanea. Un altro aspetto essenziale della scelta coreografica è la ricerca di gesti drammatici che nascono dalla capacità di improvvisazione e dall’attitudine teatrale dei danzatori. Le musiche sono quelle di Craig Armstrong, celebre compositore scozzese che si è dedicato in modo particolare alle colonne sonore di film, alla musica per orchestra e a un’elettronica molto raffinata.
Le coreografie, le musiche, il disegno luci, i costumi, la scenografia, tutto contribuisce a creare un’atmosfera in cui il pubblico s’immerge per scoprire le verità più intime e più nascoste, ma anche più evidenti, di ogni essere umano.
NOTE DI REGIA
Centomila Maschere nasce dall’esigenza di raccontare un aspetto affascinante della vita, ovvero la possibilità, e/o la necessità, di cambiare personalità in situazioni diverse e dinnanzi a persone diverse. Il punto di partenza sono i testi di Luigi Pirandello che sono caratterizzati da una filosofia molto attenta al reale, pur conservando un carattere fortemente astratto. Ho voluto tentare di rappresentare il suo pensiero sul palco, utilizzando il mezzo che amo di più: la danza. I vari quadri coreografici che formano lo spettacolo nascono dalla ricerca profonda di gesti validi. Nella scelta dell’accessorio maschera e di certi tipi di costume, ho voluto comunicare la capacità dell’uomo di poter assumere diverse personalità; così come nella scelta del danzatore “nudo” ho voluto rappresentare l’uomo per quello che realmente è.