, membro fondatore di Complicite di Londra e insegnante all’ Ecole internationale de Théâtre Jacques Lecoq di Parigi , torna al Funaro con il suo spettacolo che parla seriamente di ciò che fa ridere. In questa performance acuta, arguta e coinvolgente di un’ora Jos spiega e illustra i meccanismi che provocano la risata in tutti noi. Il suo solo L’ Art du rire è stato rappresentato in moltissimi paesi e la scorsa stagione è stato in cartellone al Théatre du Rond-Point di Parigi registrando il tutto esaurito per più di un mese.
Sabato 28 ore 15.00/18.00: Incontro con JOZEF HOUBEN – Come nasce il gesto comico?
Sabato 28 : SALA 2 ore 19.00 Proiezione Il capro espiatorio – Il teatro – Poliziotti. Tre cortometraggi di Buster Keaton CINETANDEM Proiezione a richiesta Big Business un film di Stan Laurel e Oliver Hardy www.ecole-jacqueslecoq.com
Centro Culturale il Funaro
Ancora prima di essere inaugurato (a Pistoia, nel 2009), il Centro Culturale il Funaro, opera di 4 donne intraprendenti fondatrici dell’ Associazione Culturale Teatro Studio Blu – Antonella Carrara, Lisa Cantini, Mirella Corso, Francesca Giaconi – aveva già catturato nella sua rete, fra gli altri: il produttore di fama internazionale (Pina Bausch, Peter Brook, Kantor,..) Andres Neumann, il fondatore del rivoluzionario Teatro de los Sentidos Enrique Vargas, il Maestro di Javier Bardem e della maggior parte degli attori di fama spagnoli Juan Carlos Corrazza e lo scenografo di Peter Brook, negli ultimi 30 anni Jean-Guy Lecat. Queste “eccellenze” del teatro internazionale non solo si sono invaghiti istantaneamente del luogo e del progetto ma hanno addirittura deciso di prenderne parte attivamente: Neumann come consulente e donando il suo archivio professionale di una vita (documenti, materiale audiovisivo, ecc… ), consultabile dal pubblico come “Fondo Andres Neumann”, Vargas contribuendo all’ideazione del luogo insieme a Jean-Guy Lecat e decidendo di collocarvi la sede italiana della sua famosa Scuola incentrata sulla Poetica dei Sensi, Corazza collaborando regolarmente attraverso l’attività formativa. Che cosa avrà di così speciale questo posto nel cuore della Toscana che lascia pubblico e addetti ai lavori a bocca aperta quando lo visitano per la prima volta? Si definisce al meglio per “differenze”. Non è solo un teatro, non è solo una scuola, non è solo una residenza artistica, non è soltanto un caffè letterario, non è soltanto una biblioteca, eppure è tutto questo, ha tutte queste strutture al suo interno, ed è insieme qualcosa di più e di diverso. Appena si arriva si resta affascinati dal silenzio, dalla cura estrema e il grande gusto di ogni dettaglio. Due sale per prove e spettacoli, le camere da letto, gli uffici, la biblioteca, una deliziosa caffetteria in cui assaggiare cibi altrettanto rigorosamente “home made”. Degli arredi qualcosa è stato recuperato da rigattieri per poi essere accuratamente scenografato o restaurato e qualcosa è stato costruito ad hoc, a seguito di un attento studio partito degli ambienti. Il che ha significato, dal 2005 in poi, effettuare ricerche storiche, raccogliere le testimonianze delle persone del quartiere, recuperare immagini e foto di tutti i particolari del luogo com’era in precedenza, ovvero un insieme di vecchi capannoni e magazzini ad uso artigianale.
Il Funaro, come detto, è la sede italiana della famosa scuola di Enrique Vargas (con sede principale a Barcellona ed una terza appendice a Copenhagen) ma si svolgono regolarmente anche laboratori professionali con alcuni altri Maestri del teatro internazionale (talvolta anche in scena contemporaneamente con uno spettacolo, per dare una visione a 360° gradi del lavoro delle compagnie ospiti, talvolta chiamati appositamentecome Kristin Linklater). Si svolge inoltre un’intensa attività di laboratori per tutto il pubblico – dai giovani, agli anziani, ai diversamente abili – che ha notevolmente arricchito l’offerta culturale e formativa di Pistoia. Al Funaro vanno in scena anche alcuni titoli, come si diceva, quattro o cinque proposte all’anno, non aspirando ad essere la replica di una sala teatrale come ce ne sono già molte in Italia e scelti accuratamente fra le produzioni nazionali e straniere.
Non è forse raro trovare posti così in Francia, più difficilmente se ne incontrano nel nostro paese, quindi è difficile dare un definizione di cosa sia il Funaro, manca il lessico. Lessico che forse bisognerà trovare se, come pare, serve per definire una nuova tendenza dettata anche dal nuovo contesto finanziario e creativo in cui opera il settore “spettacolo dal vivo”. Neumann, dotato di un fiuto fuori dal comune in quanto a novità, si riferisce al Funaro usando l’espressione “Slow Show”. Un posto quasi totalmente autofinanziato, dove è possibile recuperare “un tempo”e uno “spazio” per lavorare fuori dalle logiche del mercato, della “produzione da teatro stabile”, che non si pone in polemica ma come alternativa, per fare teatro rivolgendosi sia al territorio (da cui riceve infatti nel 2011 il Premio Micco, il massimo riconoscimento cittadino), sia intercettando quanto di meglio esiste sulla scena internazionale. “Una finestra sul mondo nel cuore della Toscana”, ecco forse una buona definizione per il Funaro.
Centro Culturale il Funaro
via del Funaro 16/18, Pistoia.
Per informazioni: tel. / fax 0573/977225; http://www.ilfunaro.org