Dopo il successo record cui l’anno scorso è andato incontro (ben 105.000 spettatori per 129 repliche), che continua immutato in questa stagione, impossibile non riprendere, anche se per poche recite, “L’astice al veleno”, l’ultima commedia del prolifico Vincenzo Salemme. La più scanzonata e allegra che l’attore dirige e interpreta insieme alla sua affiatata Compagnia, si basa come sempre su un meccanismo comico farsesco, che è la cifra dell’autore, e porta in sé i caratteri della commedia brillante e romantica. Protagonisti sono Barbara e Gustavo. Lei è un’attricetta che sta provando uno spettacolo ed attualmente è l’amante addolorata e delusa del regista, un inseparabile ammogliato. Gustavo invece è un pony express che porta in giro pacchi dono per il Natale imminente. La vicenda infatti nasce e finisce nella giornata del 24 dicembre. Nel teatro dove Barbara debutterà tra pochi giorni, in scena coi protagonisti ci saranno quattro figure molto particolari: sono le statue raffigurate nella scenografia, una lavandaia del Cinquecento, uno scugnizzo di Gemito, un poeta rivoluzionario proveniente dal Regno delle Due Sicilie, un “Munaciello”, figura mitologica dell’iconografia popolare napoletana, che si esprime come un primitivo. Barbara è una donna molto suscettibile e sognatrice e, proprio per questa sua fragilità psicologica, parla con queste figure inanimate che però nella sua fantasia prendono vita. Solo lei (e il pubblico in sala) le vede “vivere”. E invece quando in teatro arriva Gustavo, col costume di Babbo Natale per una consegna, anche per lui le statue si animano. E’ il segno che tra i due c’è molto in comune. Barbara decide di mettere fine alla sua relazione con il regista adultero attuando un piano diabolico e a tal fine organizza una cena a lume di candela in teatro. Il tutto condito dalle incursioni di un astice vivo da cucinare, ma che nessuno ha il coraggio di ammazzare.
Vincenzo Salemme introduce come novità una decina di pezzi inediti cantati dai personaggi, passaggi musicali che spezzano e alleggeriscono il ritmo convulso delle battute.
L’astice al veleno
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