n scena al Battelli di Macerata Feltria una delle commedie più rappresentate in Italia e nel mondo del grande drammaturgo siciliano: L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ.
Ad interpretarlo la giovane e talentuosa compagnia Vocitinte, nata nell’ambito della piattaforma “Matilde”, progetto di Regione Marche e Amat.
Il farsesco tema trattato è ben rappresentato dal titolo in cui si individuano tre maschere, corrispondenti ad altrettanti “tipi” morali.
La prima è quella dell’Uomo ovvero Paolino, professore privato che cela dietro il suo ostentato perbenismo la tresca con la signora Perella; quest’ultima è invece la Maschera della Virtù, pudica madre di famiglia abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente come il ritratto della Bestia.
Commedia ad orologeria per eccellenza, L’uomo, la bestia e la virtù non si limita a passare al setaccio le convenzioni e le ipocrisie borghesi, ma riesce a rappresentare, in maniera più feroce che altrove nell’opera pirandelliana, il funereo, macabro, gioco dei ruoli che la società impone all’individuo quando ne orienta i comportamenti, gli istinti.
È un apologo senza sconti, lucidissimo e violento, dove in scena assistiamo alla danza macabra di individui ridotti a fantocci, di identità violate che si stagliano agguerrite tre le pieghe multiformi dell’ipocrisia umana. Qui più che mai la maschera e il mascheramento preludono ad una festa senza festeggiati, ad un inquietante carnevale dove s’apparecchia il banchetto di una società crudele, erosa nelle sue prerogative morali, nella sua innocenza.
In scena:
Signor Paolino (L’Uomo) Lino Musella, Capitano Perella (La Bestia) Paolo Mazzarelli, Signora Perella (La Virtù) Alice Torriani, Nonò Camilla Semino Favro, Nino Pulejo, il dottore Gabriele Falsetta, Totò, il farmacista Fabrizio Martorelli, Rosari, Grazia Marcella Favilla, Giglio, Belli Gabriele Falsetta, Fabrizio Martorelli. scene Elisabetta Salvatori luci Carola Runci assistente alla regia Monica Ruggeri regia Antonio Mingarelli.