La storia del Teatro italiano si intreccia inevitabilmente con la biografia artistica di Maurizio Scaparro, regista ed organizzatore culturale, che segna, oggi come ieri, con i suoi progetti, incontri, spettacoli, regie teatrali, liriche e cinematografiche gli orizzonti culturali italiani ed internazionali. Un’intensa galleria di ritratti e protagonisti scorre nelle quasi trecento pagine del libro accanto agli autori e alle opere attraversate in una carriera lunga quasi mezzo secolo. Oggi la sua inesauribile progettualità si esprime anche nella direzione artistica delle attività internazionali della Fondazione Teatro della Pergola, dopo l’esperienza di Directeur adjoint du Théâtre de l’Europe accanto a Giorgio Strehler nel 1983, quella di consigliere teatrale dell’Esposizione Universale di Siviglia nel 1992, l’invenzione e la direzione del Théâtre des Italiens a Parigi nel 1999, e la seconda direzione dal 2007 al 2009 della Biennale Teatro di Venezia.
Il libro si apre con un ampio profondo saggio scritto da Maria Grazia Gregori, che analizza il lungo e originale percorso artistico di Maurizio Scaparro, dalle prime esperienze di regista (con la sua “scandalosa” Venexiana), passando per spettacoli che sono spesso rimasti nella memoria storica del teatro italiano, e ricordando il lavoro svolto sui palcoscenici e nelle istituzioni pubbliche italiane ed europee attorno ai temi a lui cari dell’utopia teatrale e della festa, dall’eco mondiale suscitata negli anni Ottanta dal suo Carnevale del Teatro alla Biennale di Venezia, alla costante attenzione per il rapporto fra linguaggio teatrale e quello cinematografico, partendo dal suo ormai famoso progetto multimediale sul “Don Chisciotte” fino al recentissimo film dedicato al teatro, “L’ultimo Pulcinella”.
“Scaparro. L’illusione teatrale” è arricchito anche da un’ampia documentazione fotografica degli spettacoli, da recensioni, note di regia, inediti d’autore, e da saggi di autorevoli critici di varia nazionalità. Uno di questi, James Roy MacBean scriveva sulla “Review of book” di New York: “Ho avuto l’opportunità di vedere nel corso di pochi giorni a San Francisco la versione cinematografica e quella teatrale del Don Chisciotte di Scaparro. Come in Brook c’è in lui un’intelligenza multiforme unita a una lucidità teatrale capace di rendere le sue idee in una forma particolarmente chiara. Inoltre Scaparro, come Brook, ha il coraggio intellettuale di affrontare le ‘grandes ideas’ sulla condizione umana, privilegiando il lato più tenero della nostra vita, la vivacità della nostra fantasia, la vulnerabilità dei nostri sentimenti”.