Nuovo allestimento per la Compagnia Krypton del testo pirandelliano, in scena al Tiberini di San Lorenzo in Campo sabato 4 febbraio 2012, nel’ambito della Stagione di prosa della Rete dei teatri della Provincia di Pesaro e Urbino, frutto della collaborazione fra l’Assessorato alle politiche culturali dell’Amministrazione Provinciale, l’AMAT, i Comuni della provincia e la Regione Marche.
Nel 2009 la Compagnia Krypton affronta per la prima volta l’universo pirandelliano scegliendo “Uno, nessuno e centomila”. Il regista Cauteruccio ha affidato l’adattamento teatrale del romanzo al drammaturgo Giuseppe Manfridi che ne ha fatto una riscrittura in cui il ruolo principale è pensato per Fulvio Cauteruccio, affiancato da due attrici che interpretano il ruolo della moglie e dell’amante. Questo adattamento diviene per i fratelli Cauteruccio materia attiva di un progetto nel quale le energie, le differenze anche generazionali, i ruoli, tentano una fusione. Fulvio, interprete principale, e Giancarlo, regista, si riflettono nel gioco di specchi e maschere che la pièce suggerisce, ponendosi con intensità l’uno di fronte all’altro tra palcoscenico e platea. Vitangelo Moscarda, giovane banchiere siciliano, è il protagonista di un disperato esperimento: ricostruire la sua esistenza affrancandola dai condizionamenti imposti dalla natura e dalle convenzioni, alla ricerca del vero sé, possibile solo attraverso un atto di libertà. “Uno, nessuno, centomila” è un calvario auto conoscitivo e autodistruttivo, una discesa nel profondo che finisce col portare il protagonista alla totale dissipazione di se stesso. Nella riscrittura manfridiana Anna Rosa, l’amante, è una sorta di doppio che accompagna il protagonista nello scandire a ritroso le stazioni della sua Via Crucis; la moglie Dida diventa un simulacro di erotica mondanità. Gli altri personaggi sono voci, presenze incorporee. La storia del filosofo pazzo, “umoristico antieroe della modernità”, è un viaggio amaro e ironico dentro l’animo umano e la pena di vivere. Questo straordinario e ultimo romanzo, scritto quando ormai tutte le sue opere teatrali erano state scritte, viene utilizzato dal drammaturgo come una sorta di serbatoio dei temi e dei personaggi affrontati nella sua produzione; l’opera nella quale convergono tutti i motivi che hanno caratterizzato la sua arte.
Il romanzo della solitudine dell’uomo lasciatoci da Pirandello fornisce l’occasione sia al regista che all’attore di far convergere nella messinscena tutta la visionarietà, la fisicità, il rapporto tra corpo e spazio, che negli anni hanno analizzato e sviluppato nelle più diverse direzioni.
“Dopo il primo studio presentato a marzo 2009, – afferma il regista Cauteruccio – sono di fronte ad un ulteriore esperimento di messa in scena di Uno, nessuno e centomila, e forti segni beckettiani mi sostengono, in particolare la Winnie di Giorni felici, assieme a Estragone o Vladimiro, per dar vita a un Vitangelo Moscarda alla ricerca di sé stesso, di una, nessuna e centomila identità, condizioni, assenze, fallimenti…”
In scena: Vitangelo Mostarda Fulvio Cauteruccio Anna Rosa Monica Bauco Dida Laura Bandelloni.