Attraverso una personale lettura del testo Elena Bucci e Marco Sgrosso rappresentano la tragedia di Sofocle facendo ricorso a linguaggi teatrali diversi senza alterare la struttura poetica del testo: il linguaggio del corpo, le posture, i gesti, i movimenti che da soli raccontano, la musica che avvolge e coinvolge, il linguaggio delle luci che creano atmosfere dense di poesia ed emozioni. La parola non è sola al centro della scena, altre discipline contribuiscono a creare il pathos ed esaltare la cifra epica della tragedia.
Nell’Antigone l’azione scenica è caratterizzata da contrasti violenti di caratteri. Il coro è composto da un gruppo di attori che indossano una maschera e disvelano il volto solo quando interpretano diversi personaggi dell’opera. Gruppi che si compongono e ricompongono interpretando il testo con gestualità spiccatamente marionettistica. In altre parole il coro non ha, come nella tradizione, una funzione prettamente liturgica.
La tragedia mette l’accento sul contrasto generazionale. Antigone, Ismene e lo stesso Emone sono contro Creonte (bene interpretato da Marco Grosso), che rappresenta la superbia, l’arroganza, la ferocia, l’ottusità del potere. La materia del dissidio è un gesto religioso, anche se in questa rappresentazione il senso del sacro è marginale. Antigone (la bravissima Elena Bucci), invocando la legge divina, vuole dare sepoltura al corpo del fratello Polinice caduto combattendo contro la patria. Ma Creonte, che lo considera un traditore si oppone a questo atto di pietà imponendo la sua legge malgrado il veggente Tiresia (che rappresenta la coscienza critica) gli predica la morte del figlio e della moglie. Ma Antigone non cede di fronte al compromesso e sacrifica la propria vita per amore di giustizia, di libertà e di pace. Si può dire che Antigone è la metafora della condizione della donna (oggi come ieri) nel mondo.
La scenografia affida a un gruppo di sedie una specifica funzione. Ogni cambio di scena viene fatto semplicemente dislocando le sedie da una parte all’altra del palcoscenico.
Grazie alla superba regia di Elena Bucci e Marco Grosso il meccanismo teatrale gira alla perfezione, i tempi e i ritmi degli attori sono sempre puntuali. Oltre a Elena Bucci e Marco Sgrosso ricordiamo Daniela Alfonso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Filippo Pagotto e Gabriele Paolocà
Alla fine dello spettacolo gli applausi del numeroso pubblico sono calorosissimi con numerose chiamate degli attori alla ribalta.