Il Piccolo Principe, un autentico cult, torna a Roma, al Teatro Vittoria. Nell’adattamento di Italo Dall’Orto, lo spettacolo ha debuttato nel 1998 e da allora ha percorso l’Italia con più di 400 repliche nei maggiori teatri, registrando sempre il tutto esaurito.
Lo spettacolo è tratto dal libro più famoso di Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944), una delle figure più rappresentative del Novecento: pilota civile e militare, uomo capace di grandi battaglie e di grandi solitudini, autore di libri dove il volo aereo è quasi sempre protagonista, ma mai in senso aneddotico o auto-celebrativo, bensì come tramite di considerazioni molto profonde sull’animo umano, dettate da un uomo che si è trovato spesso ai limiti delle condizioni estreme. La grande metafora del bambino che si presenta misteriosamente a un pilota col suo aereo in avaria nel Sahara e che, dopo una storia di amicizia con quello strano adulto, scompare “lassù” altrettanto misteriosamente, è nota a tutti. Lo spettacolo, secondo gli accordi presi con gli eredi, si ispira fedelmente al testo e alle immagini del famoso libro, best-seller (dalla sua uscita nel 1943) della letteratura per ragazzi, o meglio, della letteratura “per quegli adulti che un giorno furono ragazzi”, per parafrasare le celebri parole del suo autore.
La regia è curata da Italo Dall’Orto, anche autore della riduzione del testo e interprete della parte del Pilota, mentre la parte del piccolo protagonista è affidata a turno a Pietro Santoro e Emilio Magni, bambini pieni di talento che restituiscono al pubblico tutta l’ingenuità e il disincanto della creatura letteraria. Nel ruolo dela Rosa e del Serpente, al loro primo debutto sul palco, Virginia Gori e Arianna Baldini, giovanissime promesse della danza studentesse del Centro Studi Danza e Movimento di Firenze.
La scenografia “si limita” a grandi atmosfere di luci e di colori, nelle quali scorrono gli elementi essenziali del racconto (l’aereo, i pianetini, il muro del Serpente, la tana della Volpe).
Le immagini scenografiche di Armando Mannini, i costumi di Elena Mannini, le musiche di Gionni Dall’Orto, il disegno delle luci e le proiezioni, riproducono nella scatola magica del palcoscenico le suggestioni del racconto.
Ha detto Andrea Camilleri del Piccolo Principe: “Forse il volo più aperto e libero che il pilota e scrittore Antoine de Saint-Exupery abbia ma i fatto, tra tante rischiose missioni in pace e in guerra, è stato quello compiuto sulle pagine bianche nelle quali andava componendo la storia “Piccolo Principe”. E’ una favola, certo, pensata però tra vita e morte, in una situazione disperata: solo nel deserto, senz’acqua, Saint-Exupéry proietta da sé il bambino che avrebbe voluto essere. E’ una favola adulta, “consapevole”, che incanta i grandi non perché “sono stati bambini una volta”, ma proprio perché sono diventati grandi. E’ un capolavoro che insegna l’essenziale e semplice verità delle cose, però ci avverte anche che “l’essenziale è invisibile agli occhi”.