Spettacolo fantastico. Fantastico nel senso di fantasia, creatività, grazia, eleganza, ritmo, armonia. Insomma di poesia. Il linguaggio dei corpi, il gioco delle luci, le atmosfere magiche, le fantastiche invenzioni sceniche costituiscono un unicum che riesce a coinvolgere ed emozionare gli spettatori.
Quando si spengono le luci anche gli adulti accantonano la razionalità e si lasciano trasportare dalla leggerezza e dalla bravura di Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin, due straordinari artisti che con la loro impressionante capacità gestuale riescono ad esaltare il linguaggio del corpo rendendo virtuale la parola secondo lo stilema del noveau cirque. Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin sono fantasisti, trasformisti, illusionisti, prestigiatori, musicisti di questo circo immaginario. Lei eterea, delicata, acrobata, funambola crea magiche figure che vengono montate e smontate in diretta sulla scena. Lui ironico, intelligente, incanta con i suoi divertenti e parodistici giochi di prestigio e con le sue valige coloratissime da cui vengono estratti mille oggetti e animaletti (colombi, conigli, papere che incredibilmente “recitano” la loro parte in commedia).
Lo spettacolo è l’epifania della leggerezza, uno spettacolo venato di surreale dove tutto si svolge in un fluire continuo di apparizioni trasognate, una magia (intesa come stupefazione e poesia) che ci riscatta da questo mondo tecnologico e frenetico.
Interminabili gli applausi da parte di un pubblico di giovani e di adulti che sono diventati bambini.