Heinrich von Kleist è uno tra i principali autori drammatici del Romanticismo tedesco. Scrittore inquieto, non vedrà mai nessuna delle sue opere in scena: la sua esistenza errabonda si conclude con il suicidio, insieme all’amante Henriette Vogel. Il principe di Homburg, che ha ispirato tra l’altro un’opera in tre atti, musica di Hans Werner Henze e libretto di Ingeborg Bachman, e un film di Marco Bellocchio, si sviluppa a partire dalla disobbedienza del protagonista, che dà battaglia alle truppe svedesi disobbedendo agli ordini e venendo così condannato a morte. Il principe elettore di Brandeburgo accoglie la supplica per concedergli la grazia, purché sia Homburg stesso ad affermare che la sua condanna sarebbe stata ingiusta. Questo Homburg non può farlo e accetta di morire. E a questo punto riceve la grazia. Come altri personaggi dello scrittore, l’irruente comandante di cavalleria è preda di sentimenti estremi, ma al tempo stesso si rapporta con la prospettiva superiore di un assoluto alla quale aderisce fino in fondo, a prezzo dell’esistenza.
Esistenza che il giovane vorrebbe sacrificare leggendo nella morte il compimento della propria smania di consacrazione e di assoluto. Allestire oggi Il principe di Homburg a duecento anni dalla sua morte ha il sapore di una verifica sul campo degli aspetti poetici e storici di un autore legato a un periodo storico così lontano. Cesare Lievi dirige questo spettacolo tralasciando la più convenzionale chiave di lettura dell’autore, legata alla visione kleistiana dell’esistenza, nella quale ogni esito felice è precluso. La sua messa in scena punta non tanto sul dramma di chi si trova dilaniato tra sentimento e legge, libertà e obbedienza, inconscio e norma, ma sulla proposta di una possibile soluzione, attraverso il sogno. In uno spazio neoclassico, sospeso e irreale, undici attori si affrontano con la fluidità, la precisione e la vaghezza tipica dei sogni, lasciando che l’immaginazione (e l’inconscio che la determina) si presenti come forza fondamentale per decidere la vita, il suo senso e il suo destino.
Per informazioni telefono 011/5176246
Biglietti: Intero € 25,00
Recite: martedì e giovedì ore 19.30; mercoledì, venerdì e sabato ore 20.45; domenica ore 15.30.
Vendita on-line: www.teatrostabiletorino.it info@teatrostabiletorino.it