Commedia in un atto. Dopo aver subito un brutto incidente domestico Gilles torna a casa dall’ospedale completamente privo di memoria, ragiona ma non ricorda, non riconosce più neppure la moglie Lisa, che tenta di ricostruire la loro vita di coppia tassello dopo tassello cercando di oscurarne le ombre. Via via che si riportano alla luce informazioni dimenticate si manifestano delle crepe: sono molte le cose che cominciano a non tornare. Come mai Lisa mente? E perché non vuole darsi fisicamente a Gilles, che pure è fortemente attratto da lei? Per quale motivo Gilles – che afferma di essere completamente privo di memoria – si ricorda di certi particolari del viaggio di nozze? Sono alcuni dei misteri di questo giallo coniugale in cui la verità non è mai ciò che sembra, dove la memoria (e la sua supposta mancanza), la menzogna e la violenza vengono completamente riviste per assumere dei significati nuovi, inaspettatamente vivificanti. Schmitt gestisce la scrittura con grazia e freschezza, giocando briosamente tanto col metateatro quanto con oggetti ostici quali “la verità”, “la colpa” e, soprattutto, “l’amore”.
Una macchina narrativa pressoché perfetta che svela impietosamente i meccanismi della coppia e i più intimi recessi dell’animo umano. Piccoli crimini coniugali è un piccolo gioiello che dettaglia il necessario inabissamento all’inferno di Lisa e Gilles nel tentativo —un po’ comico, un po’ drammatico: sicuramente reale — di riemergere alla serenità come coppia.