domenica 1 aprile, ore 20.30
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
direttore – Nicola Luisotti
maestro del coro – Salvatore Caputo
baritono – Artur Ruciński
Giuseppe Verdi: Stabat Mater per coro e orchestra
Gustav Mahler: Kindertotenlieder per baritono e orchestra
Johannes Brahms: Quarta Sinfonia in mi minore op.98
Il prossimo appuntamento con la Sinfonica al San Carlo – domenica 1 aprile alle ore 20.30 – propone tre partiture di grande intensità, composte tra l’imbrunire dell’ottocento e l’alba del secolo breve; tre giganti della musica ne sono gli autori: Verdi, Mahler e Brahms.
Sul podio, Nicola Luisotti a guidare i complessi stabili del Teatro, Orchestra e Coro , quest’ultimo preparato e diretto da Salvatore Caputo, e il baritono polacco Artur Ruciński, recentemente apprezzato ne I masnadieri e nella Messa di Gloria di Puccini,e che vanta numerose applaudite interpretazioni nel repertorio sinfonico e oratoriale dal ‘700 ai nostri giorni, collaborando con le maggiori istituzioni e le più importanti bacchette di tutto il mondo.
Al neodirettore musicale del Lirico napoletano è affidata la lettura di pagine di grande profondità: lo Stabat Mater, per Coro e Orchesta di Giuseppe Verdi, i Kindertotenlieder per baritono e orchestra di Gustav Mahler – interprete solista Ruciński – e la Quarta sinfonia in mi minore op.98 di Johannes Brahms.
“Un percorso declinato nelle diverse pieghe del dolore – spiega Luisotti – non solo divino, ma anche umano: quello di una madre, come nel caso dello Stabat Mater, e quello di un padre, i Kindertotenliederdi Mahler”.
Chiude il concerto l’esecuzione della celebre Quarta di Brahms, apoteosi del romanticismo tedesco, caratterizzato da una scrittura musicale che sublima nella trasfigurazione del dolore, dalla solitudine alla catarsi”.
Lo Stabat Mater è il secondo dei Quattro Pezzi Sacri, scritti da Giuseppe Verdi nei suoi ultimi anni di vita. Aveva 84 anni quando furono eseguiti per la prima volta a Parigi.
La Sequenza di Jacopone da Todi ha affascinato i musicisti di ogni epoca (da Scarlatti a Pergolesi, da Vivaldi a Haydn e Rossini, senza considerare gli innumerevoli “minori” di Scuola Napoletana).
Probabilmente lo Stabat Mater, tra i Quattro Pezzi Sacri di Verdi, è quello più vicino alla Messa da Requiem di 24 anni precedente. Il dolore materno della Madonna è umanizzato e narrato da una retorica musicale raffinata. La sofferenza della Vergine domina la prima parte per poi cedere il passo alla speranza di vita eterna, “quando il corpo sarà morto, fa che all’anima (mia) sia donata la gloria del paradiso”.
Magistrale l’efficacia con cui Verdi ha saputo rendere il contrasto tra il dolore umano e la fede nella resurrezione; opposti che il compositore aveva prima espresso nel Requiem e poi ripresi nel Te Deum.
I Kindertotenlieder furono composti da Gustav Mahler tra il 1900 e il 1904, prendendo spunto dalle 448 poesie del tedesco Friedrich Rückert che hanno come tema un unico tragico evento, la morte dei suoi due bambini, Luise ed Ernst. Da queste Mahler trasse sei poesie, due delle quali fuse in una, e le musicò.
I cinque lieder furono pubblicati nel 1905 con la precisa indicazione della loro assoluta indivisibilità.
Nonostante il tema dominante della morte e del dolore del lutto, i Kindertotenlieder rappresentano un momento di serenità di narrazione basata su una sensibilità umana acuta e a tratti sognante, indice evidente della maturazione già raggiunta da Mahler, il quale, sembra quasi presagire il lutto che lo colpirà poco più di un anno più tardi, quando la morte gli strapperà la figlia primogenita Marie.
Nei Kindertotenlieder il dolore più lancinante che l’animo umano possa provare viene contrapposto alla vanità del mondo, la consolazione viene inseguita attraverso una rimozione che nega l’evento luttuoso, ma la rievocazione di momenti di tenerezza familiare fa sgorgare il pianto dell’anima, consolata, nell’ultimo lied, dal pensiero razionale che elabora il lutto suggerendo l’immagine della serenità ultraterrena che avvolge le anime innocenti sottratte alla barbarie del mondo.
Composta la sua Terza Sinfonia, a Brahms non restava che concludere l’evoluzione della sinfonia romantica, forma ormai matura; il suggello sarà apposto il 25 ottobre del 1885, con la prima esecuzione della Sinfonia n.4 in mi min op.98. che sembra tradurre in musica l’interrogarsi dell’individuo romantico.
Il primo tema, che si presenta subito, ha la caratteristica del susseguirsi domanda-risposta: terza minore discendente, sesta minore ascendente.
La Quarta Sinfonia di Brahms nacque tra l’estate del 1884 e quella del 1885, durante un soggiorno in Stiria, in una dimensione di isolamento in un paesaggio dal forte impatto emotivo.
È l’ultima fatica sinfonica del grande musicista tedesco, riconosciuta come il suo vertice creativo, probabilmente la sua più riuscita esperienza compositiva nel campo orchestrale. Wilhelm Furtwängler nel discorso per il centenario dalla nascita nel 1931, sottolineò come in Brahms si associassero “il fervore (una forza concisa e spesso tumultuosa) e un ammirevole senso della forma”.
Biglietti a partire da 30 euro; under 30 20 euro
(infoline: 081.7972331-412-468; biglietteria@teatrosancarlo.it)
Prossimo appuntamento della stagione sinfonica, il 21 e 22 aprile. Protagonista l’Orchestra del Teatro di San Carlo, guidata da Han-Na Chang, per l’occasione nella duplice veste di direttore e solista. In programma musiche di Haydn e Prokof’ev