Come consuetudine vuole, ogni replica di Trappola per topi, di Agatha Christie, si conclude sempre allo stesso modo e cioè invitando il pubblico a non svelare mai il finale. Trappola per topi non è solo un grande classico del teatro, un giallo con un meccanismo a orologeria perfetta, ma in effetti rappresenta anche il rispetto di una piccola, imperitura tradizione. Al Teatro Vittoria di Roma la compagnia Attori&Tecnici porta in scena (fino al 1 aprile) lo spettacolo con la regia di Stefano Messina per il secondo anno consecutivo. E non appena si alza il sipario (forse ancora prima con il rumoreggiare del vento durante una tempesta di neve) si capisce il motivo dello strepitoso successo della scorsa stagione. Le scene di Alessandro Chiti che ricostruiscono Monkswell Manor, la locanda inglese che ospita l’azione, sono semplicemente deliziose e all’insegna del realismo assoluto, fra grandi tendaggi, rumorose scale in legno, il caminetto acceso, ricchi di particolari di ogni dove (perfino i fiocchi di neve) che immergono subito lo spettatore nella sinistra atmosfera necessaria catapultandolo immediatamente nell’Inghilterra Anni Cinquanta. Trappola per topi, adattato dall’omonimo racconto lungo della Christie (Tre topolini ciechi) poi è un indiscusso capolavoro di suspance e ironia dal meccanismo drammaturgico praticamente perfetto per il teatro. La trama è nota: Mollie e Giles Raston sono i giovani e inesperti proprietari della locanda Castel del Frate, nella campagna inglese. Ma l’inaugurazione della loro attività alberghiera non è facile come previsto: i loro cinque clienti sono bislacchi e originali, una tempesta di neve li lascia presto isolati dal resto del mondo e la radio annuncia l’omicidio di una donna avvenuto il giorno prima a Londra. Il sergente Trotter, che indaga sul delitto, è certo che proprio a Monskwell Manor, si nasconda l’assassino, pronto a colpire ancora. Chi sarà il colpevole? Stefano Messina, regista (e interprete) dello spettacolo, ha optato, e con saggezza, per un adattamento rigorosamente tradizionale, ben cosciente che il fascino dello spettacolo consista anche nella squisita atmosfera londinese degli Anni Cinquanta. La regia, sempre discreta, vivace e dinamica, fa crescere l’attesa, calibrando al meglio la struttura da teatro da camera, senza lasciarsi mai sfuggire l’occasione di offrire il necessario spazio ai personaggi puntando soprattutto sui giochi di sguardi, carichi di tensione, sul detto e sul non detto, in un climax di sospetto e tensione crescente. La Compagnia Attori&Tecnici (Stefano Messina, Carlo Lizzani, Roberto Della Casa, Stefano Altieri, Claudia Crisafio, Elisa Di Eusanio, Annalisa Di Nola, Massimiliano Franciosa) padroneggia con sicurezza ogni sfumatura degli ambigui e misteriosi personaggi, senza dimenticare il tipico humour british connaturato al testo. Lo spettacolo diverte e appassiona gli spettatori in un climax inarrestabile (da non sottovalutare gli effetti sonori e l’importanza della musica diegetica ed extradigetica che creano la tensione da thriller) dall’incipit all’inaspettato finale. Non lasciatevi sfuggire questa gradevolissima versione di Trappola per topi, spettacolo andato in scena per la prima volta nel 1952 e ancora oggi ininterrottamente replicato a Londra. In scena fino al 1 aprile al Teatro Vittoria di Roma.