Un uomo diventa un assassino a causa della presenza in famiglia di un animale di troppo, e in tre capitoli a ritroso nel tempo racconta, ricordando, come un paradiso nato dall’incontro di un uomo e una donna può trasformarsi in inferno a causa di un tenero, indifeso, cucciolo di cane.
Un padre, spinto da un insano amore e da un desiderio patologico di riscatto personale, tenta con ogni mezzo di estirpare dal cervello del figlio la natura ‘bottegaia’ della famiglia di appartenenza senza riuscirci.
Una donna in coma, prima di spegnersi elenca al marito, che dorme al suo capezzale la lista di tutte le offese che le ha fatto patire in vita e la fine banale alla quale ha costretto la sua natura che era quella di una romantica sognatrice.
Cinque monologhi intrisi di humour nero. Cinque esempi di dolorosa comicità. E d’altra parte la sola comicità che mi interessa descrivere e interpretare è, per scelta e da molto tempo, quella che nasce dal dolore, unico ingrediente necessario perché il riso sia portatore di verità masticate dal cuore.