BASILICA DEI SANTI BONIFACIO E ALESSIO ALL’AVENTINO (Piazza S. Alessio 23 – Roma)
Giubileo Somasco 1511 – 2011
Testo e regia di Marcello Amici
Produzione di Compagnia Teatrale La bottega delle maschere
Supervisione di Padre Alberto Monnis
Con Marco Vincenzetti, Marcello Amici, Umberto Quadraroli, Giuseppe Arnone, Anna Varlese, Carlo Bari, Alcide Pasquini, Lorenzo Messeri, Alessio Francescangeli, Davide Silvestri, Raffaella Zappalà, Ingrid Mauretti, Roberta Rubbino, Ilaria Carlucci, Valeria Pistillo, Laura Tedesco e altri tredici attori.
Scenografia e ricerca musicale: Marcello de Lu Vrau – Direzione artistica: Natalia Adriani
Disegno luci e fonica: Giovanni Salvati – Aiuto regia: Roberta Rubbino – Costumi: Gianfranco Giannandrea
Direzione tecnica: Luigi Burelli – Video/foto: Enzo Maniccia – Assistente alla regia: Carlo Bari
Giubileo dei cinquecento anni, perché si rinnovi la forza e l’energia contenuta nel miracolo del 27 settembre 1511, quando Girolamo Miani fu liberato prodigiosamente dalla Madonna. Era stato fatto prigioniero mentre difendeva il Castello di Quero durante la guerra che la Lega di Cambrai aveva dichiarato alla Repubblica di Venezia. L’Ordine Somasco ha sempre visto in questo evento la sua origine. Nel silenzio di quella notte l’intervento di Maria ruppe le catene della prigionia e quelle del cuore del Miani, disponendolo a diventare soldato di Cristo. Nella stessa notte furono scandite le prime battute di un dialogo d’amore tra il Liberatore e il liberato che gradatamente aiuterà Girolamo ad interpretare i segni dei tempi e a rispondere in modo illuminato alle esigenze emergenti nella società. Agli occhi di Girolamo, la riforma della Chiesa apparve la grande emergenza del momento. Sapeva che Dio sceglie ciò che è debole nel mondo per confondere i forti. Si spogliò di ogni sicurezza umana per conformarsi sempre meglio a Cristo. Impegnò tutto sé stesso nella contemplazione e nell’azione caritativa, accompagnato sempre dalla sua amica povertà. Privilegiò l’azione a vantaggio degli orfani con i quali volle creare delle piccole oasi di cristiani che sarebbero state fermento vivo nella generale riforma della Chiesa. Il suo esempio attrasse altri che, come lui, rinunciarono a tutto per seguire Cristo Crocifisso e servire i poveri.
Quattro giugno 1536, giorno di Pentecoste. Nell’ospedale della Misericordia di Brescia si conclude il primo Capitolo della Compagnia dei Servi dei Poveri di Cristo. Inizia da qui Servo dei poveri, il racconto dell’avventura di San Girolamo Miani. La messinscena percorre gli anni veloci della giovinezza del patrizio veneziano, fino a quella notte in cui l’intervento di Maria ruppe le catene della sua prigionia. Poi l’incontro con il Carafa che sarà papa col nome di Paolo IV, Padre Ineffabile, i tanti sostegni creati per i poveri di Venezia: il Divino Amore, il Bersaglio, San Basilio. 1528 scoppia la carestia. 1529 Girolamo viene colpito dalla peste. Guarito dona tutto ai poveri e si trasferisce con i suoi ragazzi a San Rocco, il suo primo orfanotrofio. Girolamo viene chiamato altrove. Il Vagabondo di Dio arriva ovunque: Bergamo, Verona, Brescia, Somasca, poi Milano. Sua è la fondazione dei Martinitt. Pavia, Como e di nuovo in Somasca. Ragazzi di strada, prostitute, poveri. Sboccia un tetto per tutti!
Una sera arriva tanta gente a Somasca dove è scoppiata la peste… Girolamo Miani muore nella notte tra il 7 e l’8 febbraio del 1537 con un impegno: Vi prometto che vi sarò più utile dal cielo!