Al Teatro Quirinetta di Roma è in scena Muratori, lo spettacolo cult di Edoardo Erba che racconta l’incontro-scontro di due mondi del tutto diversi. Sul palco l’alchimia fra Triestino e Pistoia è ormai perfetta: i due attori diventano ideali maschere di corrucciata realtà, di chi ha fatto per tutta la vita i conti con la fatica e il lavoro, di chi cerca di affrancarsi dalla miseria e dalle amarezze quotidiane nel ritratto di due simpatici e irresistibili perdenti, fra comicità e amarezza. Fiore (Paolo Triestino) e Germano (Nicola Pistoia) sono due muratori che s’introducono di notte in un teatro in disuso per chiudere il palco e costruire (abusivamente) un muro affinché il magazzino del supermercato accanto si allarghi. Un supermercato contro la cultura, annientata perché inutile (?) agli occhi della società. I due uomini sono molto diversi fra loro e lo spettacolo procede fra esilaranti gag, sarcasmo e ironia, divagazioni filosofiche a buon mercato che si fondono con uno spirito nettamente pratico cercando di concretizzare sogni frustrati e volontà di riscatto. All’improvviso, fra la scena scura del fatiscente teatro in cui si erge pericolosamente un muro sempre più alto, emerge una bellissima fanciulla (Lydia Giordano) in elegantissimo abito bianco d’epoca. È confusa, aristocratica e ammaliatrice in grado di far crollare in un attimo e senza esitazione tutte le debili certezze dei sue uomini. Gli spettatori intuiscono subito da quel che dice che si tratta della signorina Giulia di Strindberg, anima e simbolo della cultura, del teatro. Ma è un sogno o realtà? Presto i due muratori si troveranno di fronte a qualcosa di completamente inaspettato: lo spirito del teatro chiede aiuto e si contrappone alla concretezza pratica rendendo i due uomini diversi. Il bel testo del talentuoso Edoardo Erba (in spassosissimo romanesco) mescola con argutezza e intelligenza una realtà spiazzante e concreta allo spietato naturalismo Strindberg per disegnare un ritratto efficace della società e di due anime alla deriva, fra sarcasmo e ironia. La regia di Massimo Venturiello si concentra sulla fisicità dei due attori, li sposta e li manovra letteralmente fuori scena, introduce gli stacchi temporali trasformando gli attori in marionette a suon di musica. Imperdibili Triestino e Pistoia. Per ridere e pensare. In scena al Teatro Quirinetta di Roma fino al 27 maggio.