Rassegna a cura di Rodolfo di Giammarco
XIX Edizione
La rassegna “Garofano Verde” è giunta alla sua diciannovesima edizione e, pur dovendo far fronte a una crisi di settore, grazie al costante e indispensabile sostegno di Roma Capitale e dell’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma intende quest’anno corrispondere ancora di più a questa fiducia pubblica con argomenti e sviluppi teatrali sul tema dell’omosessualità che investano fenomeni diffusamente sentiti, storicamente solidi, civilmente dibattibili. Facendo in modo che la scena si presti anche ad essere una tribuna emozionale, il luogo riflessivo di culture altre, il sasso lanciato nello stagno dei pregiudizi e della trascuratezza sociale.
In questi anni la rassegna ha prodotto cultura in risposta a forme di violenza e di emarginazione, ha favorito la nascita di spettacoli importanti, epocali, capaci di diventare anche europei, ed è riuscita a mescolare le carte del pubblico integrando cultori e curiosi, spettatori coinvolti e frequentatori solo motivati dalla qualità. Ed ha anche mutato il corso delle scelte, degli orientamenti, delle messe a fuoco, da un primo risguardo storico a una sollecitazione di nuove scritture in tema, per poi sentire il polso di teatranti che hanno tratto testi e formule da una dimensione autobiografica, oppure per riflettere in modo organico su alcuni autori, poetiche, linguaggi, costumi artistici.
L’edizione 2012 del “Garofano Verde” presenta ben nove nuovi allestimenti (quattro spettacoli, quattro reading, un concerto-reading, novità assolute, prodotti specificamente per la nostra rassegna) e uno spettacolo di ospitalità.
Si inizia con un’opera di culto della letteratura umanamente scandalistica che negli anni Trenta fece tremare le tempie al puritanesimo del New England: “Quelle due” ovvero “La calunnia” (titolo originale “The Children’s Hour”) di Lillian Hellman, da cui fu tratto nel 1936 il celebre omonimo film di William Wyler. Una lettura-spettacolo che vedrà sul palco Carolina Crescentini affiancata da un’intera compagnia d’attori, diretti da Luciano Melchionna. La vicenda si sviluppa attorno al comportamento, intollerabile per quei tempi e per quei costumi, di due maestre che vengono accusate di intimità tra loro da una ragazzina perfida e viziata, con un’intera comunità che si allarma e reagisce fino a far chiudere la scuola.
Figura poi in calendario “Parola Amore”, concerto-reading ideato da Alessandro Fea, una partitura decisamente contemporanea, iniettata di suoni e di sensi, forte di rimandi culturali giovanili, di introspezioni letterarie legate al tema dell’amore, che affronta autori, poeti e musicisti (Pasolini, Dalla, Fossati, Battiato, etc.) che con la loro opera hanno contribuito a plasmare e definire la sensibilità omosessuale (e non) nel corso degli ultimi decenni.
A una doverosa elaborazione della memoria ci richiama lo spettacolo successivo, “Magdalene” del Piccolo Teatro d’Arte di Torino che indaga sul trattamento che gli istituti religiosi femminili irlandesi, fino al 1996, riservavano a ragazze orfane, o ritenute “immorali” e contrappone l’autenticità del sentimento delle protagoniste (un’adolescente “reclusa”, innamorata di una giovane suora) all’ipocrisia dei censori, evidenziando la natura morbosa del loro sfruttamento, delle sentenze e dei provvedimenti punitivi.
A farsi poi spazio è un doppio intervento di Massimo Verdastro su testi di Antonio Tarantino, con una rappresentazione, “Nel museo”, che costituisce un frammento del primo dei cinque capitoli componenti lo spettacolo “Satyricon – Una visione contemporanea”, liberamente ispirato al grande romanzo di Petronio, con il dialogo tra il giovane studente Encolpio e il poeta-pedagogo Eumolpo, cui s’aggiungerà “Il fanciullo di Pergamo”, riscrittura della favola petroniana ad opera sempre di Tarantino.
La lucida analisi introspettiva di un adolescente, fra incertezze (anche sessuali) e smarrimenti anticipatori di un fatale epilogo, è il tema affrontato con linguaggio crudo, essenziale ed originale dal giovanissimo Niccolò Matcovich nel suo “Grumi”, che si avvale della regia di Marco Maltauro.
A seguire, la rassegna s’arricchisce della voce solista di un’attrice ormai ronconiana come Maria Paiato, protagonista del reading “Manifesto per l’eliminazione del maschio” di Valerie Solanas, satirica e feroce critica alla società moderna occidentale che arriva a proporre provocatoriamente l’“automazione globale” e “l’eliminazione del maschio”, prendendo a prestito e ribaltando tutti i cliché sull’inferiorità femminile.
Per la declinazione violenta e impropria dei sentimenti all’interno dello spazio domestico, per l’immoralità della moralità famigliare e per il mistero di un irrisolto rapporto tra un figlio, un padre mai conosciuto e una madre assente, c’è il torbido teorema di “Questo silenzio”, scritto e diretto da Giovanni Franci.
Le nevrosi, le manie e le ossessioni della società capitalistica americana, la controcultura pop–punk, la solitudine, l’alienazione, raccontati in una prosa iperbolica e allo stesso tempo ambigua, che mescola realtà e finzione, sono gli elementi costitutivi della scrittura di David Foster Wallace, il cui racconto “Lyndon” ha ispirato Andrea Baracco nella riscrittura e la messinscena di “Johnson • Nelle stanze del Presidente”, una pièce che spia sulla vita privata, molto privata, del presidente degli Stati Uniti d’America, di cui sarà protagonista un attore di pinteriana imponenza come Paolo Bonacelli.
Al calendario degli “a solo” contribuisce poi Iaia Forte, artista da sempre legata ai reading d’autore con sottile e intensa matrice letteraria, che approfondisce i brani più fondati sull’omosessualità de “L’isola di Arturo” di Elsa Morante, capolavoro di sensazioni, di attrazioni, di abbandoni, di lirismi.
A chiudere la rassegna ci pensa un contenitore che è diventato un’esclusiva di questa manifestazione, “Altri Amori • Corti Teatrali Gay” di vari autori contemporanei che ripensano drammaturgicamente opere di letteratura moderna a tematica omosessuale, e questa volta la regia e la tessitura strutturale spetta al regista Ninni Bruschetta.
Un panorama di proposte contemporanee per una rassegna che fa leva su esclusivi motivi intellettuali e creativi di militanza scenica e che riconferma la propria vocazione a tracciare un terreno comune coinvolgente poetiche e trame sociali, ma anche più tipi di solidarietà tra autori-attori-registi.
Per continuare a testimoniare, a porre accenti, a eliminare tabù, a facilitare le comprensioni. Quello che dovrebbe fare sempre un sano civismo politico, e che il teatro fa sempre, incondizionatamente.
Rodolfo di Giammarco
TEATRO BELLI
Roma • Piazza S.Apollonia, 11/a • Tel. 06 5894875
Orario spettacoli: 21.15 • Prezzi dei biglietti: € 15,00 – € 10,00