Oriente Occidente dopo aver esplorato i Paesi delle rotte di Ulisse, proprio come Ulisse supera i confini delle Colonne d’Ercole e si proietta verso nuovi mondi.
Sarà ancora una volta il mare a collegare l’Europa a terre e culture lontane e lo sguardo si poserà su Brasile e Cuba, su Giappone e Singapore. Per la trentaduesima edizione di Oriente Occidente, a Rovereto e Trento dall’1 al 9 settembre, si alterneranno le più interessanti compagnie internazionali che, in sintonia con l’anima di questo festival, ci avvicineranno a culture nuove, incroci di tradizione e contemporaneità.
In tempi in cui si dibatte sempre più di melting pot culturale e di interrelazioni tra popoli, la danza diventa ancora una volta occasione per indagare su alcuni di questi esiti.
Oriente Occidente, da sempre punto di riferimento per la più significativa ricerca coreutica internazionale, guarda questa volta ai nuovi mondi e a scenari ancora da svelare. Il Festival proporrà così le suggestioni provenienti da terre giovani, intese come tali non solo in senso geografico.
Ospiti di questa edizione sono coreografi fortemente ispirati da contaminazioni e innesti con vari orizzonti culturali. Come nel caso A partire dalla giapponese Carlotta Ikeda: la sua compagnia Ariadone, che ha sede in Francia, si fa prospettiva femminile della danza Butoh, la cui forza drammatica in questa coreografia sfuma in ironia da cabaret. Jomar Mesquita (Brasile), Marcia Milhazes (Brasile) e Isabel Bustos (Cuba) incarnano la più verace anima dell’America latina declinandola attraverso gli insegnamenti delle migliori scuole europee, a quelle dei giovani e talentuosi Sharon Fridman (Israele) e Kuik Swee Boon (Singapore) che esprimono gli indirizzi sperimentali più innovativi nell’arte coreutica contemporanea. Tra le Compagnie ospiti anche una proveniente dal Kenia: Fernando Anuang’A, danzatore e coreografo autodidatta, con i Vocalis Maasaï, è l’esempio di come la tradizione più remota e radicata possa trasformarsi e incarnare la contemporaneità Fino alla proposta del grande maestro Emio Greco che con Pieter C. Scholten (Italia / Olanda) per la prima volta porta in Italia lo spettacolo costruito sulle musiche di Bach. Infine una performance di Aurelia Baumgartner (Germania) e Silvio Cattani (Italia), danza e video-arte, sul diritto di firma nell’arte contemporanea.
Molte prime nazionali, tutti spettacoli di grande coinvolgimento. Completeranno il programma il vincitore della passata edizione del concorso coreografico Danz’è, la compagnia Petranura Danza Megakles Ballet (Italia) e il Site Specific Young Project, laboratorio formativo creato da Mauro Astolfi (Italia), sotto la cui regia undici giovani danzatori trentini potranno prender parte al prestigioso cartellone di Oriente Occidente nella cornice del MUSE (MUseo delle ScienzE), l’architettura che Renzo Piano firma per Trento.
Oriente Occidente è, infatti, il luogo che contiene il qui e l’altrove.
Il Festival, come di consueto, indagherà i nuovi mondi anche attraverso la sezione Linguaggi con il contributo di studiosi internazionali. Tutti gli spettacoli e gli appuntamenti su www.orienteoccidente.it.
Info
T 0464 431660
F 0464 421404
PROGRAMMA
sabato 1 settembre
Rovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21
EMIO GRECO
EMIO GRECO|PC (Italia/Olanda)
Passione in Due
prima nazionale
Apre il Festival Emio Greco, uno degli astri della danza contemporanea: partito da una rigorosa disciplina classica, ha rivoluzionato il linguaggio coreografico declinandolo in una versione “muscolare” ed “estrema”. È sulla forza visionaria del corpo che si centra la ricerca di Passione in Due, “passo a due” tra il compositore e musicista francese Franck Krawczyk ed Emio Greco che con l’olandese Pieter Scholten firma le coreografie.
Greco e Scholten avviano il lavoro comune intorno a nuove forme di danza nel 1995, fondando nel 1996 la compagnia Emio Greco | PC: dalla loro curiosità per il corpo e le sue motivazioni interiori scaturisce un sodalizio amato dal pubblico e apprezzato dalla critica, come attestano i numerosi riconoscimenti internazionali.
Nello spettacolo, in sette tempi diversi, ai quali corrispondono sette ritmi differenti, la fisicità di Greco e il pianoforte (e la fisarmonica) di Krawczyk intavolano un serrato dialogo sulle note de La Passione secondo Matteo di J. S. Bach, sfumando nella sofferenza, nella sensualità, nell’abnegazione.
Nel sottotitolo La forza della vulnerabilità viene tradotta infatti l’idea secondo cui ogni persona è al tempo stesso fragile e forte, in una tensione costante restituita con altrettanta intensità al pubblico attraverso l’incontro tra musica e danza.
Rovereto Mart ore 22.30
AURELIA BAUMGARTNER e SILVIO CATTANI
AURELIANA CONTEMPORARY DANCE PROJECT (Germania / Italia)
Configurazione di Sign-art-our
prima nazionale
Una performance che pone importanti interrogativi sul processo di creazione nell’arte contemporanea in relazione ai ruoli dell’Io-autore e dell’Io-spettatore, più in generale al gap tra l’Io e l’Altro e ancora al valore della “firma”. Aurelia Baumgartner definisce se stessa “danzatrice filosofa e filosofa-danzatrice”: dirige la Scuola di Danza Contemporanea a Berg (Monaco di Baviera) ed ha indirizzato la propria ricerca verso la contaminazione tra la scrittura coreografica e la pittura, la video arte, l’installazione. In questa performance l’artista Silvio Cattani interverrà in qualità di destinatario-spettatore dell’azione coreografica e allo stesso tempo di mittente-fautore dell’azione artistica.
Configurazione di Sign-art-our mette in scena l’arte come “processo permanente e aperto” rispetto al quale artisti e pubblico partecipano contestualmente all’atto creativo: chi avrà allora diritto a “firmare” l’opera?
domenica 2 settembre
Trento Teatro Sociale ore 21
JOMAR MESQUITA
MIMULUS CIA DE DANçA (Brasile)
Por Um Fio
prima nazionale
Al loro debutto newyorkese, sono riusciti a far scrivere alla penna più feroce del N.Y. Times, Jennifer Dunning, che «Mesquita e la sua compagnia di danza Mimulus dovrebbero essere imbottigliati e venduti come elisir». Una proposta attesa con curiosità Por Um Fio: vi si rende omaggio ad Arthur Bispo do Rosario (1909-1989), una leggenda nel mondo dell’arte brasiliana, e non solo, per quelle sue complesse installazioni realizzate con materiali vari e caratterizzate dalla presenza non convenzionale di ricami. Jomar Mesquita e la Compagnia Mimulus evocano fin dal titolo il materiale caro all’artista: «I grovigli del ricamo sono metafore d’arte e follia» dice il coreografo. E così, sulle note remixate del classicissimo Chopin e dei più grandi nomi della musica carioca da Caetano Veloso a Zeca Baleiro, sul palcoscenico una coinvolgente miscela di samba, merengue, forrò (la danza popolare del Nordest del Brasile) e danza contemporanea, nella cornice di un ingegnoso visual design di fili tessuti. Da Belo Horizonte, dove la Compagnia risiede, arriva in Europa l’inconfondibile stile di Mesquita e della sua Mimulus impastato di lindy hop, cuban rueda e bachata e ricreato prevalentemente per il ballo di coppia. Un grande successo di pubblico e di critica in ogni occasione: il loro precedente lavoro Dolores, ispirato alla filmografia di Pedro Almodóvar, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali.
lunedì 3 settembre
Rovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21
SHARON FRIDMAN
COMPAŇJA SHARON FRIDMAN PROJECTS IN MOVEMENT (Israele / Spagna)
Al menos dos caras
prima nazionale
Giovane e talentuoso coreografo israeliano – benché viva e lavori in Spagna dal 2006 -. ha trovato le proprie coordinate artistiche in una forma coreografica nutrita sia dal folklore della sua terra d’origine, che dalla danza contemporanea e dal balletto classico. Formatosi a Tel Aviv alla prestigiosa scuola dell’Ido Tadmor Dance Company, e ancora nell’ambito del Suzanne Dellal Center e della compagnia di Emmanuel Gat, Sharon Fridman è considerato una delle più interessanti promesse dell’arte coreutica: nel suo paese d’adozione, la Spagna, alla sua opera si guarda come “una piccola meraviglia, una festa per i sensi, l’equilibrio viscerale ed elettrizzante” (Roger Salas, El Pais).
Con Al menos dos caras – prima assoluta lo scorso maggio a Madrid – dà ancora una volta prova della forza e della vitalità che caratterizzano le sue creazioni, in ognuna delle quali si addensa un frammento autobiografico: in scena due danzatori ed un attore per indagare, attraverso una struttura marcatamente drammaturgica, la separazione tra “ciò che si aspira a essere o a fare” e “ciò che si è o si fa”, a prescindere dall’impegno personale.
Lo spettacolo è dunque la narrazione del travaglio intimo tra due modalità – almeno due facce – dell’esistere: perché, secondo il coreografo, le emozioni vanno condivise, tanto più se la danza è filosofia.
martedì 4 settembre
Trento Teatro Sociale ore 21
CARLOTTA IKEDA
COMPAGNIE ARIADONE (Giappone/Francia)
Uchuu – Cabaret
“Uchuu – spiega la coreografa – è il cosmo, il luogo in cui galleggia ogni sorta di immaginazione”. Ed è proprio questo il cabaret firmato Carlotta Ikeda, che del Butoh, la danza d’avanguardia che ha avuto origine nel Giappone degli anni Sessanta, è tra gli artisti più celebri al mondo, tanto da fondarne, nel 1974, la prima compagnia tutta al femminile, Ariadone, che oggi ha sede a Bordeaux in Francia.
Il suo Uchuu-Cabaret corre veloce tra il candore delle atmosfere fiabesche e oniriche di stampo surrealista, l’erotismo dei quadretti composti alla maniera burlesque, l’irriverente parodia dei can-can al Moulin Rouge, gli equilibrismi giocosi dell’arena circense. Un quadro dopo l’altro, un carattere dopo l’altro, in uno spettacolo che si configura quasi come una sequenza di infinite metamorfosi, in un trionfo del barocco, del grottesco, del provocatorio.
Perché all’immaginazione non c’è limite e Carlotta Ikeda è un’esploratrice potente delle possibilità dell’immaginazione. E anche perché – e in questo la coreografa traduce la grande lezione del Butoh – nell’essenza della danza il corpo deve muoversi come scultura vivente e mutevole modellata dalla vita stessa. Sostanza luminosa e trasparente, che lascia intravedere tutto ciò che è stato scolpito dal tempo: un uchuu, un cosmo senza confini.
mercoledì 5 settembre
Trento MUSE (MUseo delle ScienzE) ore 18.00 | 18.20 | 18.40
MAURO ASTOLFI
SITE SPECIFIC YOUNG PROJECT (Italia)
Humanology
prima nazionale e produzione del Festival
Mauro Astolfi è sicuramente uno degli autori contemporanei maggiormente rappresentativi sulla scena europea. Impegnato come coreografo e didatta ha costruito uno stile e un linguaggio gestuale del tutto originali, frutto di una personale elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo. Il MUSE (MUseo delle ScienzE) di Trento, un’architettura d’avanguardia che porta la firma di Renzo Piano, farà da scenario per il suo Site specific young project, un laboratorio formativo che offre a undici giovani danzatori trentini, sotto la sua guida, di esibirsi nel contesto di Oriente Occidente. Il tema sarà Humanology e così lo spiega il suo autore: «La creazione ha preso forma ragionando sull’incontro/scontro tra la componente umana e l’approccio dell’uomo alla tecnologia. La performance ragiona e investiga sulla tecnologia umana, ovvero il farsi “antenna” del corpo, un’antenna per captare segnali, quelli degli altri, per imparare a conoscersi e a riconoscersi. È il superamento della sofisticatissima tecnologia del corpo per andare oltre il corpo stesso; se si è fortunati ci si può imbattere nella massima sublimazione della tecnologia: l’amore».
Rovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21
KUIK SWEE BOON
T.H.E. DANCE COMPANY (Singapore)
As It Fades | Water Bloom
prima nazionale
Da uno dei cuori più pulsanti e futuribili dell’Asia, la città-stato di Singapore, due coreografie di una delle compagnie di punta della scena orientale, la T.H.E. Dance Company, dove T.H.E. sta per The Human Expression. A fondarla nel 2008 l’ex primo ballerino della Compañia Nacional de Danza de España, Kuik Swee Boon, formatosi alla scuola di danzatori del calibro di Jiri Kylian, Nacho Duato, Mats Ek, Wim Vandekeybus, Ohad Naharin: oggi Kuik Swee Boon lavora sperimentando la definizione di un vocabolario e di una identità che sappiano dare risposte al passato e che al tempo stesso interpretino la cultura del presente.
As It Fades è l’omaggio poetico alla tradizione: una voce femminile che canticchia una canzoncina Hainanese, giovani maschi cantonesi che ricordano l’infanzia passeggiando, cinque anziane donne e anziani uomini che emergono da dietro le quinte per ballare un lento valzer con i danzatori.
Water Bloom esplora invece la relazione degli umani con la natura, contrapponendo la lirica corporeità femminile all’energia esplosiva di quella maschile. Grazie alle musiche di Darren Ng, compositore e ricercatore di musiche elettroacustiche, Water Bloom si muove tra le molteplici facce di questa relazione antagonistica e armoniosa al contempo dove i danzatori compiono le loro evoluzioni in un ambiente che pare d’acqua.
giovedì 6 settembre
Trento MUSE (MUseo delle ScienzE) ore 18.00 | 18.20 | 18.40
MAURO ASTOLFI
SITE SPECIFIC YOUNG PROJECT (Italia)
Humanology
prima nazionale e produzione del Festival
Mauro Astolfi è sicuramente uno degli autori contemporanei maggiormente rappresentativi sulla scena europea. Impegnato come coreografo e didatta ha costruito uno stile e un linguaggio gestuale del tutto originali, frutto di una personale elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo. Il MUSE (MUseo delle ScienzE) di Trento, un’architettura d’avanguardia che porta la firma di Renzo Piano, farà da scenario per il suo Site specific young project, un laboratorio formativo che offre a undici giovani danzatori trentini, sotto la sua guida, di esibirsi nel contesto di Oriente Occidente. Il tema sarà Humanology e così lo spiega il suo autore: «La creazione ha preso forma ragionando sull’incontro/scontro tra la componente umana e l’approccio dell’uomo alla tecnologia. La performance ragiona e investiga sulla tecnologia umana, ovvero il farsi “antenna” del corpo, un’antenna per captare segnali, quelli degli altri, per imparare a conoscersi e a riconoscersi. È il superamento della sofisticatissima tecnologia del corpo per andare oltre il corpo stesso; se si è fortunati ci si può imbattere nella massima sublimazione della tecnologia: l’amore».
Trento Teatro Sociale ore 21
FERNANDO ANUANG’A
ANUANG’A AND MAASAΪ VOCALS (Kenia)
Feelings & Voices
prima nazionale
Data al 1990 il debutto di Fernando Anuang’A con il trio Rare Watts, scioltosi dopo alcuni anni, in cui tradizionali stili di danza Maasaï si mescolavano con frenetici ritmi techno: nelle sue radici – quelle del popolo che vive sugli altopiani al confine tra il Kenia e la Tanzania – trova la fede e la forza proprie dei riti iniziatici per canalizzarle e amplificarle in una gestualità e in una vocalità di grande potenza primitiva.
Danzatore e coreografo autodidatta, in questo spettacolo vuole dare esempio di come la tradizione più remota e radicata possa trasformarsi e incarnare la contemporaneità. La proiezione verso il futuro è infatti una costante della cultura Maasaï: recita un proverbio, “Trattiamo bene la terra su cui viviamo perché essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli”. E così Anuang’A degli antichi canti fa il motore essenziale di una trasformazione che reclama il dialogo con la propria epoca.
In scena lo stesso coreografo-danzatore e sei vocalist che intonano canti di nascita o di morte, di iniziazione o di guerra, di lavoro o di gioco: senza accompagnamento musicale, il coro prende il via dall’olo-aranyani, il cantante principale, mentre il corpo dipinto di Anuang’a si contrae e si tende nei caratteristici salti verticali a raccontare i segreti dei rituali del suo popolo.
venerdì 7 settembre
Trento MUSE (MUseo delle ScienzE) ore 18.00 | 18.20 | 18.40
MAURO ASTOLFI
SITE SPECIFIC YOUNG PROJECT (Italia)
Humanology
prima nazionale e produzione del Festival
Mauro Astolfi è sicuramente uno degli autori contemporanei maggiormente rappresentativi sulla scena europea. Impegnato come coreografo e didatta ha costruito uno stile e un linguaggio gestuale del tutto originali, frutto di una personale elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo. Il MUSE (MUseo delle ScienzE) di Trento, un’architettura d’avanguardia che porta la firma di Renzo Piano, farà da scenario per il suo Site specific young project, un laboratorio formativo che offre a undici giovani danzatori trentini, sotto la sua guida, di esibirsi nel contesto di Oriente Occidente. Il tema sarà Humanology e così lo spiega il suo autore: «La creazione ha preso forma ragionando sull’incontro/scontro tra la componente umana e l’approccio dell’uomo alla tecnologia. La performance ragiona e investiga sulla tecnologia umana, ovvero il farsi “antenna” del corpo, un’antenna per captare segnali, quelli degli altri, per imparare a conoscersi e a riconoscersi. È il superamento della sofisticatissima tecnologia del corpo per andare oltre il corpo stesso; se si è fortunati ci si può imbattere nella massima sublimazione della tecnologia: l’amore».
Rovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21
LAURA ODIERNA e SALVATORE ROMANIA
COMPAGNIA PETRANURA DANZA MEGAKLES BALLET (Italia)
Ma-Shalai
prima nazionale e coproduzione del Festival
È il progetto coreografico risultato vincitore nella precedente edizione del concorso coreografico Danz’è. Basato sulla ricerca e sullo studio della gestualità che da sempre caratterizza il popolo siciliano, i due coreografi hanno inteso così riscoprire il fascino dell’articolata comunicazione non verbale.
Spulciando nel groviglio di parole del dialetto siciliano hanno trovato Ma-shalai, termine che sta ad indicare un momento di profondo, ma breve se non effimero, godimento. In Ma-shalai si cerca allora di mettere in evidenza come, nonostante le molteplici contraddizioni che caratterizzano, animano e penalizzano la regione-isola continuamente soffocata da chi ha imposto violenza e immobilismo – non di rado con la complicità del vuoto istituzionale -, aleggi nell’aria una dolce quanto selvaggia passione poetica.
Rovereto Piazza del Mart ore 22.30
MARCIA MILHAZES
MARCIA MILHAZES COMPANHIA DE DANÇA (Brasile)
Camelia
prima nazionale
È questa una creazione della coreografa brasiliana pensata proprio per la “piazza”, per un contatto ravvicinato con il pubblico. Come è nello stile di Marcia Milhazes, la languida fluidità e la sensuale fisicità animeranno i tre interpreti e, al pari, trascineranno gli spettatori verso un’idea della danza che è forza del gesto e passione delle dinamiche. Alla colonna sonora il compito di persuadere e avvolgere in tre tempi: nel primo la musica nazionale classica, nel secondo Heitor Villa-Lobos, nella terza un anonimo spartito secentesco per viola da gamba.
sabato 8 settembre
Trento Teatro Sociale ore 21
ISABEL BUSTOS
COMPAŇIA DANZA TEATRO RETAZOS (Cuba)
Andares | Destinos | Momentos
prima nazionale
Isabel Bustos – e con lei altri grandi maestri come Gonzalo Galguera e Marianela Boàn, e ancora prima Alicia Alonso – ha dato prova che esiste una sorta di “via cubana” per la danza, capace di farsi laboratorio per esperienze significative nel panorama internazionale e allo stesso tempo di non trascurare quella dimensione identitaria territoriale che nella danza privilegia l’espressione dei sentimenti e delle passioni. Cuba è l’isola danzante.
Nata da genitori ecuadoregni, formatasi prima alla Escuela Nacional de Artes de l’Avana e poi alla Sorbonne di Parigi, a Isabel Bustos si deve nel 1987 la fondazione del gruppo Retazos, esponente di punta della scena d’avanguardia cubana – oltre che Premio Nazionale di Danza 2012 – di cui a tutt’oggi è la direttrice artistica e coreografa. Dall’arcipelago caraibico al Teatro Sociale di Trento approdano sedici danzatori dalla gestualità sinuosa e dalle movenze sensuali, in valigia le atmosfere provocanti e intriganti, i ritmi contagiosi.
Tre coreografie per tre differenti scenari: la modernità metropolitana nell’accelerazione frenetica dell’aeroporto e della stazione centrale; la quotidianità popolare consumata tra riti e cerimonie tradizionali, l’intimità della persona nella sua ampia gamma di emozioni. Sulle note di Augustin Lara, Toques Orishas, Chico Buarque e Los Van Van, e pure di Emir Kusturica e Philippe Glass. Un’ora e poco più in cui Isabel Bustos riesce a condensare la doppia anima latina, sempre in continua oscillazione tra la passione struggente e il divertimento travolgente.
domenica 9 settembre
Rovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21
MARCIA MILHAZES
MARCIA MILHAZES COMPANHIA DE DANÇA (Brasile)
Meu Prazer
prima nazionale
In un giardino di fiori sospesi e mandala in multicolor (le accattivanti scene moderniste sono firmate da Beatriz Milhazes, artista carioca tra le più quotate nella scena internazionale), sulle note della canzone popolare brasiliana degli anni Trenta (Francisco Alves e Silvio Caldas), quattro danzatori sono chiamati a interpretare una storia astratta: i protagonisti non si conoscono, ciascuno porta con sé come fardello un groviglio di sentimenti e di emozioni. Sarà rivelatore per ognuna di queste vite l’incontro nel giardino fantastico, un incontro fatto prima di reciproca osservazione poi di contatto.
Marcia Milhazes ha studiato al Laban Centre di Londra e ha danzato a lungo con Maurice Béjart prima di dedicarsi alla creazione coreografica: una puntuale e minuta attenzione al dettaglio gestuale. Ed è attraverso i gesti che i quattro danzatori di Meu Prazer scrivono le loro lettere d’amore e di solitudine, quasi a comporre una mappa del piacere.
Completano il programma del Festival
LINGUAGGI
Sguardi sui mondi nuovi
Rovereto Sala Conferenze del Mart
1-9 settembre 2012
È la sezione degli appuntamenti per lanciare uno sguardo sui mondi nuovi di oggi e di ieri. Intellettuali, giornalisti e scrittori approfondiscono alcune delle questioni cruciali legate alla prepotente crescita economica e culturale che ha interessato Paesi come Singapore ed oggi anche lo stesso Brasile. Una finestra di informazione e dibattito resa ancora più interessante dal ciclo dedicato all’altro cinema d’autore.
STAGE E LABORATORI
Focus Dance – Contemporary creative labs
Rovereto CID Centro Internazionale della Danza
2-5 settembre 2012
Come di consueto, durante Oriente Occidente il CID propone occasioni per avvicinarsi o approfondire i diversi stili di danza coinvolgendo coreografi e danzatori di fama internazionale. Per il Focus Dance – Contemporary creative labs 15 laboratori coreografici, indipendenti l’uno dall’altro, 15 lezioni per permettere a tutti i partecipanti di sperimentare stili e approcci differenti alla danza contemporanea con 4 grandi insegnanti: Mauro Astolfi (Italia), Shangchi Sun (Taiwan), Natalia Horecna (Cecoslovacchia), Allan Falieri (Brasile).
DANZ’È
Concorso coreografico Città di Rovereto
Rovereto Teatro alla Cartiera ore 11.30
6-8 settembre
Danz’è è il concorso coreografico proposto dal Festival per offrire l’occasione alle giovani compagnie e ai giovani coreografi residenti in Italia di presentare il proprio lavoro davanti ad una giuria di esperti e ad un pubblico di appassionati, operatori e giornalisti. Il primo premio, oltre a prevedere un gettone in denaro, prevede l’inserimento nel cartellone della prossima edizione di Oriente Occidente.
DANZ’È OFF
Le giovani compagnie che si esibiscono in Centro storico
Rovereto Piazza Loreto ore 11.00
7-8 settembre
Alle compagnie selezionate per il Concorso coreografico viene offerta un’ulteriore occasione di presentare le loro coreografie al grande pubblico nella cornice del Centro storico di Rovereto.
HAPPY DANCE
Rovereto Piazza Loreto ore 18.30
1-2-3-4-5-6 e 9 settembre 2012
Dalle forme del contemporaneo a quelle della tradizione, dall’improvvisazione ai movimenti codificati dal tempo passando per le influenze delle culture locali e per quelle esotiche, protagoniste le scuole di danza, non solo trentine ma anche provenienti da altre regioni italiane. Un’occasione per scoprire ricerca, dinamismo e valore formativo della disciplina coreutica e per valorizzare la danza emergente del nostro Paese con un appuntamento quotidiano nel cuore del centro storico di Rovereto.