Lunedì 10 settembre per il Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica, avrà luogo alle ore 18.30 presso la Ermanno Tedeschi Gallery l’inaugurazione della mostra d’arte contemporanea “Visioni e colori di una città bianca” alla presenza dell’artista israeliano, autore dell’immagine del festival, Rami Meiri.
Nel PALAZZO DELLA CULTURA alle ore 19.00 il noto allenatore di pallacanestro Valerio Bianchini incontrerà lo scrittore americano Charley Rosen, famoso anche per i suoi trascorsi come giocatore e allenatore di basket, sport su cui ha incentrato oltre quindici libri di successo, e di cui è considerato il più autorevole narratore vivente. Seguirà alle 20.30 l’incontro tra la scrittrice e traduttrice Elena Loewenthal e l’autore israeliano Yoram Kaniuk, considerato dal New York Times uno dei più originali e brillanti scrittori del mondo occidentale. Nel suo romanzo 1948 oltrepassa i confini della memoria, andando a pescare dall’oblio i ricordi della guerra d’indipendenza combattuta a soli diciassette anni per fondare lo Stato d’Israele.
Charley Rosen
Charley Rosen è nato a New York nel 1941. Alto due metri e zero tre, prima di intraprendere la carriera giornalistica e letteraria è stato una star del basket universitario e un allenatore, attivo nelle categorie minori. I suoi libri spaziano dalla narrativa alla rievocazione storico-giornalistica. Tra questi, Gli All-Star di Mosè (1996) e Barney Polan’s Game (1998) sono stati inseriti dal «New York Times» nella lista dei cento Notable Books of the Year. Insieme all’amico Phil Jackson, il grande allenatore dei Chicago Bulls di Michael Jordan e dei Los Angeles Lakers di Kobe Bryant, noto anche come lo «Zen Master» della Nba, Rosen ha collaborato alla stesura di Maverick, un’analisi a trecentosessanta gradi del basket degli anni Settanta, e di More Than a Game, un tributo al «triangle offense», il celebre schema messo in atto dalle squadre di Jackson. Rosen ha all’attivo oltre quindici libri, quasi tutti incentrati sul basket, di cui è considerato il più autorevole narratore vivente. Lo scorso aprile Gli All-Star di Mosè è stato pubblicato in italiano dalla casa editrice 66THAND2ND nell’ambito della collana di letteratura sportiva ATTESE. E’ il racconto delle rocambolesche avventure di una squadra di cestisti ebrei, antesignani degli Harlem Globetrotters, impegnati in una tournée coast to coast negli anni bui della Grande Depressione.
Yoram Kaniuk
Yoram Kaniuk è nato a Tel Aviv nel 1930. Dopo aver partecipato nel 1948 alla guerra d’Indipendenza, ha vissuto per dieci anni a New York per poi fare ritorno in Israele. Ha scritto romanzi, racconti e libri per ragazzi. I suoi libri sono tradotti in più di venti lingue. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Di lui il New York Times ha scritto: “Kaniuk è uno dei più originali e brillanti scrittori del mondo occidentale”. 1948 (Giuntina) è il suo libro di maggior successo.
Rami Meiri
Rami Meiri, nato in Israele nel 1957, è considerato il più grande artista di murales del Paese.
Il primo murales di Meiri è del 1980, nella storica spiaggia Gordon, di Tel Aviv. Da allora “l’urban artist”, non ha smesso mai di vestire di colori la Città Bianca. Tel Aviv è la sua tela e la sua galleria. Ha dipinto murales, in ogni angolo della città. Quando era studente alla Avni Institute of Art and Design, ha deciso colorare i muri, rappresentando la vita della gente di Tel Aviv. Amici che bevono un espresso o leggono un giornale, figure di ragazzi che sbucano da una porta, bambini che giocano, coppie di giovani che si abbracciano, sullo sfondo un paesaggio immaginario, che grazie alla tecnica del trompe l’œil diventa realistico. Colori vivaci, “per dare allegria alla città che amo”.
Le sue opere spuntano in ogni angolo, dalle boulevard, passando per i chioschi e le scuole. Dopo gli esordi di Meiri, il Comune di Tel Aviv ha concesso il permesso all’artista per ricoprire con le sue opere i muri della città. Durante la Guerra del Golfo il Comune chiese a Meiri di dipingere un’opera su un palazzo colpito dai missili di Saddam Hussein. E adesso lo chiamano anche in Cina per dipingere.
Durante un viaggio in Sud America, Rami Meiri ha visto come i murales nelle strade, sotto le metropolitane, regalavano allegria alle metropoli, così al suo ritorno a Tel Aviv ha deciso di provare. “Io non vivo a Parigi o a Madrid, dove persino un muro qualunque è bello. Mi son detto, posso fare un murales per far diventare bella la mia città.
Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica
a cura di Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann
a Roma da sabato 8 a mercoledì 12 settembre 2012
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi al Contact Center 060608 (tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 21.00 e www.060608.it) o visitare il sito www.festivaletteraturaebraica.it
I luoghi
Museo Ebraico di Roma (Lungotevere De’ Cenci)
Palazzo della Cultura (via del Portico D’Ottavia 73)
Ermanno Tedeschi Gallery (via del Portico D’Ottavia 7)
Libreria Kiryat Sefer (via del Tempio 2)
Largo 16 Ottobre 1943
Area tra il Lungotevere De’ Cenci e via del portico D’Ottavia e tra via Arenula e il Teatro di Marcello