Coreografia
John Cranko
Ripresa da Agneta Valcu e Victor Valcu
Supervisione coreografica di Reid Anderson
Proprietà dei diritti Dieter Graefe
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
elaborazione musicale di Kurt-Heinz Stolze
Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala
Direttore
Mikhail Tatarnikov
Scene
Pierluigi Samaritani
Costumi
Pierluigi Samaritani e Roberta Guidi di Bagno
Luci
Steen Bjarke
Étoile
Roberto Bolle (7, 10, 12, 15 settembre)
Artisti ospiti
Maria Eichwald (7, 10, 12, 15 settembre)
Thiago Soares (17, 18 settembre)
Produzione Teatro alla Scala
Biglietti
da € 115 a € 10 più prevendita
Per informazioni: tel. 02/72.00.37.44
Onegin di John Cranko: col balletto riprende la stagione alla Scala
Roberto Bolle e Maria Eichwald apriranno le rappresentazioni
Petra Conti con Eris Nezha per la prima volta da protagonista
Dal Royal Ballet torna Thiago Soares, Onegin accanto a Emanuela Montanari
Dopo la pausa estiva sarà il Corpo di Ballo a riprendere le attività distagione al Teatro alla Scala, con Onegin, esempio perfetto di moderno “dramma in danza” ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puškin¸ che John Cranko riscrisse con maestria e sensibilità.
Nove le recite, dal 7 al 18 settembre (tre recite in abbonamento, tra cui il turno dedicato agli Under 30, e sei disponibili fuori abbonamento) in cui si alterneranno tre cast nei ruoli principali, con ritorni attesi e numerosi debutti tutti da seguire.
Nella recita di apertura (7 settembre) e nelle repliche del 10, 12 e 15 tornano in scena Roberto Bolle e Maria Eichwald, coppia che ha appassionato pubblico e critica nell’autunno 2010: allora fu il debutto scaligero di Maria Eichwald, prima ballerina dello Stuttgarter Ballett – compagnia che ha visto nascere i capolavori di John Cranko, ancora oggi impegnata a custodirne il repertorio – e fu, per Roberto Bolle, il debutto nel ruolo di Onegin. “Sono felice di riproporre Onegin alla Scala – commenta Roberto Bolle – Questo piccolo capolavoro di Cranko non finisce mai di affascinare il pubblico e, da interprete, continua a darmi emozioni fortissime. Di recente ho avuto modo di approfondire ulteriormente il personaggio a New York con l’American Ballet al fianco di Julie Kent. Onegin è un personaggio intenso, ricco di infinite sfumature che ricerco tra le pieghe più nascoste e ombrose del mio stesso carattere. Così diverso dai principi del repertorio classico e dagli eroi romantici che sono solito interpretare. E forse è anche per questo che mi è particolarmente caro.”
Subito l’11 settembre cambio di cast: Petra Conti torna a danzare Tat’jana e accanto a lei Eris Nezha debutterà nel ruolo di Onegin; i due primi ballerini, premiati da Danza&Danza come migliori interpreti della passata stagione, reduci dal successo del tour in Brasile dove hanno aperto le recite di Giselle a Belo Horizonte, San Paolo e Rio de Janeiro, saranno in scena per tre recite (11, 13 e 14 settembre).
A una inedita coppia di interpreti sono affidate le date conclusive del 17 e 18 settembre: Emanuela Montanari tornerà a danzare il ruolo, affiancata da un nuovo partner: primo ballerino del Royal Ballet, già applaudito ospite alla Scala nel ruolo di Lescaut in L’histoire de Manon, sarà Thiago Soares, danzatore brasiliano di temperamento che la compagnia ha incontrato anche nel recente tour brasiliano, impegnato a Rio de Janeiro proprio a riprendere il ruolo di Onegin per l’addio alle scene di Ana Botafogo.
I personaggi di Ol’ga e Lenskij saranno affidati a Antonella Albano e Antonino Sutera (7, 10 e 12 settembre) al quale si alternerà per la prima volta nel ruolo il 15 settembre Maurizio Licitra. Per tre recite poi, si potrà seguire il debutto di Claudio Coviello nel ruolo di Lenskij (11, 13 e 14 settembre); il giovane ballerino, che ha ottenuto il premio Danza&Danza come miglior artista emergente, e che in Brasile si è cimentato nel ruolo protagonista di Albrecht, danzerà con Vittoria Valerio (Ol’ga), da pochi mesi in forze al Corpo di Ballo, interprete in Brasile del passo a due dei contadini e delle due Willi. Nelle recite del 17 e 18 settembre, sempre in debutto, saranno Alessandra Vassallo (Ol’ga) e Marco Agostino (Lenskij) .
Il principe Gremin sarà Alessandro Grillo in alternanza con Mick Zeni e con Riccardo Massimi.
Onegin sarà anche un nuovo appuntamento per i giovani dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala: saranno loro, diretti da Mikhail Tatarnikov a eseguire la partitura del balletto, basata interamente su musiche di Čajkovskij, senza però nemmeno una nota tratta dall’opera omonima.
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Il Corpo di Ballo torna quindi in scena alla Scala dopo diversi mesi dalle ultime sue presenze sul palcoscenico del Piermarini: risale a maggio l’ultimo titolo rappresentato, il dittico Concerto DSCH e Marguerite and Armand, che con il suo successo ha lasciato il pubblico desideroso di altre performances. Ma il Balletto della Scala, richiesto anche dal pubblico internazionale , ha dedicato tutto il mese di luglio a una lunga tournée in Brasile: circa 17.000 persone – con standing ovations e altissima attenzione da parte dei media – hanno applaudito i ballerini scaligeri nel Gala di Goiania e nelle rappresentazioni di Giselle a Belo Horizonte, San Paolo e Rio de Janeiro, a otto anni dalla precedente tournée.
E ritorna al suo pubblico con un balletto di grande fascino e coinvolgimento, in cui lo stile Cranko si rivela in tutta la sua maestria: la drammaticità, la gestualità moderna, la doppia difficoltà tecnica e interpretativa rendono i ruoli principali ricercati e temuti dagli artisti, per la maturità che richiedono e per l’arricchimento che possono offrire.
Per saperne di più, il 6 settembre alle ore 18 presso il Ridotto dei Palchi, Francesca Pedroni parlerà di “John Cranko e il racconto dell’animo”, nell’incontro che riapre il ciclo di appuntamenti “Prima delle Prime Balletto”
ONEGIN
Rappresentato per la prima volta a Stoccarda nel 1965, e nella sua versione definitiva a New York nel 1969, il balletto si ispira al romanzo in versi di Aleksandr Puškin scritto tra il 1823 e il 1830. La partitura del balletto, affidata all’elaborazione di Kurt-Heinz Stolze, fidato collaboratore di Cranko, si basa interamente su musiche di Čajkovskij, senza però nemmeno una nota tratta dalla sua opera Evgenij Onegin.
La scelta fu di orchestrare alcuni brani per pianoforte, molti dei quali tratti dal ciclo delle Stagioni, ed estrapolare alcuni momenti da poemi sinfonici quali Francesca da Rimini e Romeo e Giulietta oltre a due arie dall’opera I capricci di Oksana o Vakula il fabbro – più conosciuta col titolo Gli stivaletti. L’assemblaggio e l’orchestrazione dei vari brani vennero concepiti in relazione alla espressività drammatica di ciascun brano, legandosi alla concezione di rendere questo balletto uno spettacolo teatrale completo.
Considerato da molti un esempio perfetto e ineguagliato di moderno “dramma in danza”, Onegin è una grande storia d’amore infelice, dove l’abilità nel reinventare una storia scritta e nel narrarla in puri termini di danza rivela una meravigliosa libertà nell’andamento drammaturgico e coreografico di Cranko, nel gioco d’amore tra i quattro giovani protagonisti del primo atto (Tat’jana, Ol’ga, Lenskij e Onegin) e dei tre protagonisti adulti nel secondo atto (Tat’jana, il Principe Gremin suo marito e Onegin).
Balletto in tre atti e sei quadri, Onegin permetterà di esaltare le peculiarità interpretative del corpo di ballo nelle danze d’insieme – quelle festose dei contadini, quelle borghesi dei signori di provincia e il gran ballo aristocratico del terzo atto – e soprattutto degli interpreti principali, nei passi a due di straordinaria potenza espressiva, con uno zenit nella scena della lettera del primo atto in cui Tat’jana sogna il suo grande amore per Onegin corrisposto con identica passione. Il duetto è considerato uno dei più difficili, sul piano esecutivo e interpretativo, del repertorio moderno; cosi come il duello e la morte di Lenskij e il passo a due finale tra Tat’jana e Onegin, segnano il trionfo dell’ambiguità e dei sentimenti inespressi.
ONEGIN
IL SOGGETTO
ATTO IQuadro primo. Nel giardino della casa della vedova Larin
Tatjana e Ol’ga danzano in compagnia di alcune amiche. Si gioca un gioco antico: colei che allo specchio si guarderà, vi scorgerà il viso dell’amato. Per l’allegra Ol’ga la superstizione si avvera: ella vede nello specchio il viso del fidanzato, il poeta Lenskij; la timida Tatjana sorella di Ol’ga, vi scorge invece il viso di Onegin, che – in visita ora da San Pietroburgo, è condotto nella casa della vedova Larin dall’amico Lenskij. Tatjana istantaneamente si innamora del giovane Onegin, annoiato aristocratico, futuro erede di ricchi possedimenti. Questi si vanta con la compagnia dei presenti della sua superiorità e neppure Tatjana riesce a spezzare la sua alterigia.
Quadro secondo. Camera di Tatjana
Tatjana sta scrivendo una lettera a Onegin, nella quale dà sfogo al suo amore appassionato per quell’uomo che le è quasi sconosciuto. Addormentatasi esausta sulla sua missiva, Tatjana si vede in sogno riflessa nello specchio: appare il viso amato di Onegin che le rivela il suo amore corrisposto.
ATTO II
Quadro primo. Nella casa della vedova Larin.
Tatjana festeggia il suo compleanno, e anche Lenskij e Onegin prendono parte al ricevimento. Tatjana attende impaziente un segno che la assicuri che il giovane Onegin abbia letto e risposto alla sua lettera. Ma il superbo Onegin, irritato dalla ingenua sincerità della ragazza, straccia la lettera proprio davanti ai suoi occhi e prende a corteggiare insistentemente la sorella Ol’ga, tanto che Lenskij, geloso e inconsapevole, lo sfida a duello. Anche il Principe Gremin, frequentatore assiduo del salotto, non riesce a impedire la tragedia.
Quadro secondo. Un parco abbandonato.
Tatjana e Ol’ga implorano Lenskij di rinunciare al suo proposito. Onegin è infatti pronto alla riconciliazione e disponibile a riconoscere il suo errore. Ciononostante, il romantico poeta è ancora troppo sconvolto e non intende abbandonare la sfida. E cosi, durante l’inevitabile duello, Onegin uccide Lenskij.
ATTO III
Quadro primo. Nella sala delle danze a Palazzo Gremin.
Dieci anni sono trascorsi dagli avvenimenti. Tatjana è ora moglie del Principe Gremin. Durante il ballo che si sta svolgendo, appare improvvisamente Onegin, devastato nell’animo dalle delusioni dell’esistenza. Quand’egli inaspettatamente scorge Tatjana, si rende conto di quale colpa ha commesso disdegnando cosi crudelmente l’unico grande e onesto amore della sua vita. Ora i ruoli si scambiano: è Tatjana a voltare le spalle senza indugio al suo antico amore.
Quadro secondo. Salottino di Tatjana.
Onegin si fa annunciare da una lettera, ma la principessa non intende affrontare l’incontro: ciononostante, la sua richiesta allo sposo ignaro di non lasciarla sola questa sera, rimane inascoltata. Onegin giunge e ammette finalmente il suo amore. Lottando con i sentimenti che tuttavia ancora la animano, Tatjana si rende conto che la decisione di Onegin è giunta ormai troppo tardi: davanti a lui ella strappa la sua lettera.
Teatro alla Scala con Amici della Scala
“Prima delle Prime – Balletto”
Stagione 2011 /2012
ONEGIN
di John Cranko
RIDOTTO DEI PALCHI “A. TOSCANINI”
GIOVEDI 6 SETTEMBRE 2012, ORE 18
Francesca Pedroni
“John Cranko e il racconto dell’animo”
Torna alla Scala per nove recite dal 7 al 18 settembre Onegin, esempio perfetto di moderno “dramma in danza” ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puškin¸ che John Cranko riscrisse con maestria e sensibilità: una grande storia d’amore infelice narrata con passi a due di straordinaria potenza espressiva, personaggi scolpiti con precisione e una splendida galleria di danze d’insieme.
Onegin è un ruolo psicologicamente buio e tormentato. É un personaggio complicato, annoiato dalla vita. Farà delle scelte drammatiche, perdendo forse l’unica occasione per essere felice.
Sulla visione di John Cranko del personaggio Onegin, Francesca Pedroni ha curato la realizzazione di un documentario per il canale televisivo Classica, dedicato a Roberto Bolle e al suo debutto nel ruolo. Insieme al regista Simone Pera ha seguito le prove in Scala e presso il Balletto di Stoccarda, dove Onegin è nato nel 1965. Una compagnia e una città che non hanno scordato Cranko, maestro e coreografo che negli anni Sessanta fece diventare il Balletto di Stoccarda uno degli ensemble più interessanti d’Europa.
Con un taglio particolare, quindi, questo appuntamento dedicato al pubblico ripercorrerà, attraverso estratti del documentario, le sensazioni, gli incontri, le testimonianze, gli insegnamenti dei depositari e custodi delle creazioni di Cranko, tra cui l’attuale direttore della compagnia Reid Anderson, e di Georgette Tsinguirides che da molti anni rimonta nel mondo il suo repertorio: il viaggio a Stoccarda – commenta l’autrice del documentario- è scoprire come respirare Cranko e la ricchezza di uno stile del balletto che consegna al pubblico l’umanità dei sentimenti.
Francesca Pedroni, giornalista, critico di danza per “Il manifesto”, autore e regista televisivo, docente di storia del balletto per la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala e docente ospite del Master MEC dell’Università Cattolica di Milano. È stata membro della giuria del Premio Leone d’Oro per la danza alla Biennale di Venezia e della Commissione Danza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. A sua firma la prima monografia europea dedicata a Alwin Nikolais, pubblicata da L’Epos di Palermo.