Due leggii e due seggiole nel palcoscenico nudo. Dal buio esce la voce di Alda Merini che parla e canta canzoni di musica leggera, segue altra musica tra cui quella di Traviata. Alessio Boni e Marcello Prayer si avvicinano ai leggii ed inizia una lettura incrociata dei testi di Alda Merini, la testimone della precarietà e delle contraddizioni della vita, sempre in bilico tra la sofferenza e la gratificazione sull’impalpabile filo della follia. Provata dagli orrori della guerra, devastata dagli obbrobri dei manicomi, ma sempre lucida nelle deduzioni e profonda nei sentimenti, apprezzata dal pubblico e dai mass media, la Merini ha raccontato la sua vita travagliata, le sue sensazioni e il suo mondo interiore in un’infinità di scritti, che per la veridicità dei contenuti, la nettezza delle immagini, la fluidità del racconto e l’incisività del linguaggio, sono entrati nel filone della poesia, ma che io invece definirei “prosa lirica”.
Alessio Boni, attore colto e introspettivo oltre che bello, eccellente interprete sul piccolo e sul grande schermo di famosi personaggi dell’arte, della musica, dello spettacolo (inimitabile la sua immedesimazione in Caravaggio, Puccini, Walter Chiari – praticamente uguale agli originali), di figure storiche (“Guerra e pace” e “Cime tempestose”), di personaggi estremi (“La meglio gioventù” e “Arrivederci amore ciao”) o particolari anche nella comicità (“Tutti pazzi per amore”), tanto per citarne alcuni, attualmente alle prese con un nuovo personaggio simbolo della lucidità mentale immortalato da Omero, Ulisse, che verrà presto trasmesso in televisione, ha ideato questa lettura scenica dell’opera della Merini, volendo al suo fianco Marcello Prayer, con cui aveva lavorato nel film “La meglio gioventù”.
Alessio Boni, che, nonostante la giovane età, ha anche al suo attivo una bella carriera teatrale, si era già cimentato nel gioco della Poesia nella nudità scenica recitando Pavese e Pasolini, e con Alda Merini continua l’analisi di autori tormentati così vicini alla vita quotidiana.
In questa lettura teatrale coinvolgente, viscerale, poetica, intercalata da brani musicali e dalla viva voce registrata della stessa Merini, le voci dei due attori si alternano e s’intrecciano nella successione delle frasi o nella ripetizione della stessa frase con intonazione diversa, declamando o smorzando i toni, scandendo la parola per incidere nelle menti o farfugliando per esprimere lo stato confusionale, l’espressione e la gestualità sono quelle sceniche, lo scavo della parola rende viva l’immagine, l’uso modulato della voce ai fini espressivi comunica il coinvolgimento dei due attori nelle singolari vicende di un’anima ferita.
Produzione Parmaconcerti
In collaborazione con Teatro Stabile di Torino