Italiani in Albania, albanesi in Italia: è il destino di soldati e civili italiani rimasti bloccati oltre l’Adriatico dopo la guerra e rimpatriati dopo quasi mezzo secolo. A raccontare questa vicenda, ispirata a storie vere, è Saverio La Ruina, che porta a termine una trilogia di sguardi su vite dimenticate del nostro paese, dopo “Dissonorata” e “La Borto”.
Tocca ora a “Italianesi”, in programma venerdì 26 e sabato 27 ottobre alle ore 21, a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485; info 051.566330 – www.teatridivita.it). A presentarlo è la compagnia Scena Verticale, formazione di punta del teatro contemporaneo nell’Italia del sud, animatrice del più importante festival della punta d’Italia: “Primavera dei Teatri” a Castrovillari.
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Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case. Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania con l’avvento del regime dittatoriale, costretti a vivere in un clima di terrore e oggetto di periodiche e violente persecuzioni Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime la maggior parte viene condannata e poi rimpatriata in Italia.
Donne e bambini vengono trattenuti e internati in campi di prigionia per la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. In quei campi di prigionia rimangono quarant’anni, dimenticati. Come il “nostro” che vi nasce nel 1951 e vive quarant’anni nel mito del padre e dell’Italia che raggiunge nel 1991 a seguito della caduta del regime. Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente condannati ad essere italiani in Albania e albanesi in Italia.
Scena Verticale è uno dei motori più importanti del teatro contemporaneo nell’Italia del sud. Fondata nel 1992 da Saverio La Ruina e Dario De Luca a Castrovillari (Cosenza), la compagnia si distingue subito per il suo lavoro che coniuga in maniera nuova e originale la “meridionalità”, attraverso spettacoli come “Kitsch Hamlet”, presentato nel 2004 a Teatri di Vita.
Del 2006 è “Dissonorata”, scritto, diretto e interpretato da Saverio La Ruina, pluripremiato (due premi Ubu per il miglior attore e il miglior testo; finalista al Premio Eti – Gli Olimpici del teatro; segnalazione speciale del testo al Premio Ugo Betti) e plurirappresentato (oltre 200 repliche in Italia e in molti paesi stranieri). Con “La Borto”, del 2009, si rinnova lo straordinario successo del precedente (compreso un nuovo Premio Ubu e il Premio Hystrio alla drammaturgia).
Dal 1999 Scena Verticale organizza a Castrovillari il festival Primavera dei Teatri, una delle più importanti manifestazioni dedicate alla scena contemporanea, anch’essa vincitrice di un Premio Ubu nel 2009.