Il cuore, la passione e l’ardore, ma anche la malinconia e la rabbia in scena sul palco del Teatro Diana, emozioni incarnate in un unica voce, quella di Lina Sastri. La grande artista partenopea porta in scena il suo spettacolo Linapolina – Le stanze del cuore, che aveva già incantato poche settimane fa il pubblico del Napoli Teatro Festival Italia, ed ora apre la stagione del teatro vomerese con un escalation di consensi. Il nome della città e il suo nome in un ibrido indistinguibile, così come anche la musica, la danza e le parole che porta in scena Lina, raccontano la città ma anche la sua anima. Un primo tempo all’insegna delle luci, della malinconia, del tepore che ti scalda il cuore di I’ te vurria vasà, cantata con un filo di voce e di Era de maggio, per poi passare a Reginella e Canzone appassiunata. Un viaggio fatto di musiche e parole, poesie scritte dalla stessa Sastri così da creare una “cantata poetica in musica” che partendo dalla tradizione passa all’innovazione, dai ritmi classici si sposta verso quelli etnici. E così un primo tempo di luce e romanticismo in cui Lina cinta da un bellissimo vestito rosso emoziona e trasporta il pubblico, lascia spazio ad un secondo tempo più gridato e rabbioso dove l’artista scalza e in abito nero si lascia andare alla frenesia delle tarantelle e alla passione del tango, ballato con il caliente Raffaele De Martino. Suggestivi i due monologhi, quello iniziale di una donna sorda e quello finale in cui Lina allo specchio dialoga rabbiosa con se stessa. Toccanti le parole che l’artista ha per la musica della sua città, “musica di gola profonda, che nasce per mancanza di Dio”. La scena è sgombra da orpelli, solo pochi tavoli e sedie dove si adagiano gli otto musicisti: Filippo D’allio, Ciro Cascino, Salvatore Minale, Claudio Romano, Gennaro Desiderio, Gianni Minale, Salvatore Piedepalumbo e Luigi Sigillo, che interagiscono di continuo con la protagonista. Essenzialità che rende più grande l’unica protagonista della scena: la voce di Lina. A sancire il legame tra Napoli e Lina non poteva mancare un finale con “Napul’è” di Pino Daniele.
Idea scenica e disegno luci BRUNO GAROFALO
Arrangiamenti MAURIZIO PICA
Direzione Musicale CIRO CASCINO
Coreografie ALESSANDRA PANZAVOLTA