Oggi è difficile parlare del Teatro Sancarluccio. Per la sua storia deve essere considero come una piccola bomboniera. Un luogo dove ti siedi e puoi sprofondare nel ventre di un teatro che rappresenta l’anima artistica della città di Napoli. Una palestra dove i giovani (e meno giovani) si possono avvicinare dolcemente al grande mondo del teatro. Eppure, lo stato attuale del teatro di via San Pasquale a Chiaia rappresenta la situazione della cultura italiana, cultura in tempo di crisi.
“Siamo in crisi” è la frase che negli ultimi anni si sente ripete spesso. Come un vortice che risucchia qualsiasi tua speranza o sogno. Oramai “siamo in crisi” è un modo di dire, quasi un motto mattutino. Non ci si riferisce soltanto alla situazione economica e politica ma è soprattutto una crisi interiore. La chiamiamo “crisi” ma sembra una stabilità precaria. Però non ci dimentichiamo che il significato greco della parola crisi è scelta. Un momento che separa una condizione di essere da un’altra differente. La crisi è tale quanto sopraggiunge un cambiamento. In questa direzione trovo molto interessante la scelta del Sancarluccio di affrontare le difficoltà, la crisi, chiedendo al proprio pubblico (e a chi è interessato) di partecipare attivamente alla sopravvivenza del teatro. Permettendo di compiere una scelta politica, una scelta concreta, aderendo alla campagna Angeli del Sancarluccio. Oppure, lasciare che la crisi (quella vera, quella fatta di uomini grigi, quella interiore) divori un luogo fondamentale per la formazione professionale ed individuale. Verso la fine di dicembre il teatro potrà chiudere in ogni momento se non si riesce a coinvolgere entro il 20 novembre la sottoscrizione di almeno 3000 persone disposte a donare 10€ per permettere al teatro di continuare la propria attività.
40+1 Il teatro r/esiste è la nuova stagione del Sancarluccio, presentata recentemente, che rischia seriamente di essere l’ultima. Ed è proprio quell’uno in più che ci ricorda quanto questa stagione sia davvero particolare per questo teatro di 80 posti con una media di 3000 spettatori all’anno. Le difficoltà di natura economica sono date in massima parte dall’impossibilità di sostenere il fitto dello spazio (fitto aumentato a scadenza annuale negli ultimi 5 anni a 3100,00 euro mensili). Ma hanno fatto la loro parte altri fattori: una scellerata politica culturale regionale, provinciale e comunale portata avanti da anni dalle amministrazioni di tutti i colori, il ritardo mortale degli enti regionali nell’erogare gli ancor più minimi contributi concessi a fronte di investimenti annuali, che comunque non permettono neanche una parziale e approssimativa copertura della gestione ordinaria dello spazio, il mancato riconoscimento in ambito regionale della specificità e della storicità del Sancarluccio, la totale mancanza di sostegno degli enti locali (Provincia e Comune), le difficoltà avute per la scomparsa del suo Patron Franco Nico dovuto all’incuria delle strade di Napoli. Eppure, lotta per la sopravvivenza di uno dei pochi teatri-off di qualità rimasti in Italia si divide tra la solita indifferenza da parte delle istituzioni, la preoccupante (e discriminante) gestione dei fondi dedicati alla cultura – in particolare agli spettacoli dal vivo – mentre arriva dall’altro lato dell’europa il sostegno dell’Odin Teatret e del suo fondatore Eugenio Barba. A mio avviso questo è sempre un discorso legato alla qualità che il Sancarluccio – a quarantuno anni dalla sua fondazione e costretto a stringere ancora di più la cinghia – rappresenta ancora oggi.
I protagonisti di queste stagione sono: Elvira Frosini e Daniele Timpano per il focus Che mi hai portato a fare a Napoli se il teatro è morto?. A novembre saranno in scena I Pennelli di Vermeer, Teatro dell’Elce di Firenze, Erre Teatro che presenta Il Baciamani di Santanelli, Aretè ensamble e lo spettacolo di burattini di Alfredo Giraldi. Da questa parte (Ovvero quello che manca) di Emanuele Tirelli con Assia Favillo dal 29 al 30 novembre e 1-2 dicembre. Per il periodo di natale sarà protagonista Pina Cipriani con due spettacoli, Mutateatro e Ca’ Rosa che rivisitano Otello. Il nuovo anno parte con il Teatro delle Arti, Teen Theatre in collaborazione con Asylum Anteatro ai Vergini e L’Ascolto Teatro. A febbraio tocca all’interessante Signor Kapp di Peter Ercolano da Samuel Beckett, all’Ass. Altrosguardo e in più ci sarà il secondo focus È morto il teatro? No! Ha da passà ‘a nuttata con il Consorzio Ubusettete. A seguire Teatro della Caduta di Torino, Peppe Lanzetta con Barbarella e altre lontananze, CDRC di Firenze, Internoenki Collettivo di Roma e Vodisca Teatro.
Programma stagione 2012/2013 http://www.teatrosancarluccio.com/Stagioni/Pagine%2040+1%20Stagione%202012-13/PROGRAMMA%20SANCARLUCCIO%2040+1%20web.pdf
Per la donazione
iban: IT42C0101003411000027010637 – Banco Napoli Ag.11 – intestato ‘Teatro Sancarluccio’