Nel nostro ultimo giorno ci ritroveremo nudi, sanguinanti, animali tra gli animali. Immersi in un mondo oscuro e violento, aggrappati ai nostri inutili riti di salvezza, alla ricerca di nuovi contatti tra noi, in un percorso mentale e muscolare che dall’imitazione del comportamento dell’altro arriverà al desiderio dell’incontro. C’è una speranza, insomma, voltata l’ultima pagina del nostro ultimo giorno. Tutto questo ci mostra Enzo Cosimi, presentando in prima assoluta al Teatro Vascello di Roma (dal 4 al 7 ottobre) la sua ultima coreografia, “Welcome to my world”, nata dopo un laboratorio/creazione tenuto dall’autore alla Scuola Civica d’Arte “Paolo Grassi” di Milano. Enzo Cosimi, romano, è uno dei migliori esponenti della danza d’autore italiana. Provvisto di una solida formazione eterodossa (da Balanchine a Bejart, a Merce Cunningham), nel 1982 fonda la compagnia che porta il suo nome. Da allora ha firmato più di 30 coreografie, rappresentate nei maggiori teatri e festival italiani e stranieri.
Lo spettacolo, come spiega direttamente l’autore, è una riflessione sulla fine del mondo e sul grande tema biblico dell’Apocalisse, rivisitato in chiave contemporanea. Una meditazione escatologica, che Cosimi svolge con la consueta maestria, offrendo immagini di potente plasticità e di immediata lettura (come a smentire definitivamente l’ingiusta accusa rivoltagli negli anni di essere criptico), immerse in un tappeto sonoro – quel “sound design” di cui è sicuro esperto – di rombi sordi, onde sismiche, vibrazioni ad altissimo volume fortemente evocative. In scena i quattro danzatori (Paola Lattanzi, Riccardo Olivier, Alice Raffaelli e Francesco Marilungo), dipinti sul naso e sulle mani con spessi segni neri (come il “marchio della bestia” di cui narra l’Apocalisse), affrontano una partitura corporea fatta di gesti scomposti e scariche improvvise, movimenti duri e convulsivi, che lentamente approdano al contatto e all’armonia.
Lo spettacolo, diviso in quadri, si muove attraverso molte dimensioni (come sempre accade nelle opere della compagnia), dal corpo ai suoni (di Chris Watson, John Duncan, Pansonic e Brian Eno), all’utilizzo di macchinari (per il fumo e per il vento). Cosimi non ha certo paura di aggiungere: colori, maschere, oggetti, ogni elemento con un forte accento simbolico e visuale. E di concludere con un’immagine dai molti richiami (da “Cuore di vetro” di Herzog alla zattera della Medusa di Géricault): un palo bianco che diventa remo e pennone di una barca, un’umanità ritrovata che cerca di farsi luce nell’ignoto.
Con lo spettacolo della Compagnia Enzo Cosimi il Teatro Vascello inaugura una rassegna di danza contemporanea che, fino a dicembre (con una ripresa poi in marzo e aprile 2013), presenterà al pubblico romano le migliori compagnie del balletto italiano. Il 9-10 ottobre va in scena lo Spellbound Contemporary Ballet, compagnia del coreografo romano Mauro Astolfi, con lo spettacolo “Relazioni (pericolose)”, mentre il 12-13 è il turno di Ibi Cultura (di Giovanna Velardi) con “Alice’s room”. In novembre, dal 13 al 18, a calcare il palcoscenico del Vascello è il Balletto di Roma con “Ambiguity 7.0”, con la coreografia e la regia di Michele Pogliani, seguito da “Just another normal day” di Sosta Palmizi, Mcf Belfioredanza e Flic scuola di circo, di e con Francesco Sgrò (27-28), “Alma” di Sosta Palmizi, con l’assolo di Giorgio Rossi (29 novembre), “Scarpe” con Giorgio Rossi (dal 30 novembre al 2 dicembre). Infine, la rassegna continua dal 27 al 29 marzo con “Galleggio, annego, galleggio” della Compagnia Atacama (con coreografia e regia di Patrizia Cavola e Ivan Truol), per poi concludersi in aprile, dal 23 al 28, con lo spettacolo “Contemporary Tango” del Balletto di Roma (coreografia di Milena Zullo).