La storia è sempre uguale. Tre fratelli che si ritrovano insieme alla morte della madre. Il musicista strampalato Enzo (Andrea Di Maria), Stefano (Francesco Procopio) il fratello responsabile e nevrotico e il fragile Cico (Giovanni Esposito) affetto da una strana forma di autismo. La madre morendo lascia una discreta eredità, unico vincolo è che i due fratelli si prendano per sempre cura di Cico. A distanza di più di 10 anni Vincenzo Salemme porta in scena “E fuori nevica”, non alterando assolutamente nulla del testo, ma questa volta veste i panni del regista e dirige 4 bravissimi attori. La commedia a tratti esilaranti ma dai risvolti tristi resterà in scena per tutto il mese di dicembre al teatro Delle Palme. Una scelta di lunga tenitura per uno spettacolo di grande successo che negli anni è diventato un cult. Capace di far sorgere quel riso amaro sul volto dello spettatore. A dominare i due atti infatti è l’assurdità della convivenza con Cico sempre pronto a “giocare”. Da questo punto di vista la scrittura di Salemme si è appropriata del concetto di diversità, soprattutto dei lati comici e clowneschi che questa comporta, trasformando in maniera buffa gli aspetti della normalità. I due fratelli infatti sono sempre pronti ad assecondarlo e ne nascono situazioni esilaranti che trasformano lo spettacolo in una escalation di risate, ma a tratti un velo di tristezza si impossessa della scena e piomba come una doccia fredda sul pubblico. Cosa fare? Continuare la difficile convivenza con Cico o cercare di “liberarsi” di lui? E fuori nevica è di sicuro una commedia senza tempo, che ha un “valore che va al di là degli artisti che l’hanno resa famosa” ha sottolineato Salemme. Ed in effetti lo spettacolo sebbene risenta di un inizio un po’ “tiepido” da parte degli attori, si apre poi ad una nuova e fresca interpretazione, soprattutto per quanto concerne il ruolo di Cico, che Giovanni Esposito riesce a ricucirsi perfettamente addosso. Non sono mancati attimi di puro coinvolgimento, specie con l’arrivo del notaio Mario Porfito, ma anche qualche piccolo neo nella performance di Andrea Di Maria e Francesco Procopio.