adattamento di Gaetano Aronica
con Sebastiano Somma, Orso Maria Guerrini
e con Gaetano Aronica, Morgana Forcella, Roberto Negri, Alessio Caruso, Maurizio Nicolosi, Giovanni Vettorazzo, Fabrizio Catalano, Luca Marianelli
scene Antonia Petrocelli e Gilda Cerullo
costumi Antonia Petrocelli
luci Alessandro Pezza
regia Fabrizio Catalano
Il grande impegno civile di Leonardo Sciascia incontra il palcoscenico con la riduzione teatrale di uno dei suoi testi più noti: Il giorno della civetta, primo tra i romanzi a squarciare il velo omertoso sulla mafia siciliana.
Fabrizio Catalano Sciascia, nipote dello scrittore, riporta in scena l’omicidio di Salvatore Colasberna e l’inchiesta condotta dal capitano Bellodi a distanza di più di cinquant’anni dalla pubblicazione del romanzo che il film di Damiano Damiani consegnò al successo e alla notorietà internazionale, affidando a Sebastiano Somma e Orso Maria Guerrini i ruoli dei protagonisti.
Un paese di poche migliaia di abitanti, nell’entroterra siciliano. Un freddo mattino d’inverno. La luce d’un pallido sole riflessa sull’asfalto bagnato. Una piazza. Un autobus – il motore già acceso – che s’appresta a partire. Gli ultimi passeggeri s’affrettano a salire, mentre gli altri aspettano fiduciosi la partenza dell’autobus, dietro i finestrini appannati. Un uomo, vestito di scuro, s’avvicina, di corsa. Posa il piede sinistro sul predellino dell’autobus, sta per rivolgersi all’autista.
All’improvviso, un bagliore, seguito da un rumore sordo: l’uomo rimane quasi sospeso, per qualche istante, prima di afflosciarsi sull’asfalto. Morto.
Parte da questo omicidio l’inchiesta condotta dal capitano dei carabinieri Bellodi, appena arrivato in Sicilia, dalla lontana Parma, all’inizio degli anni ’60. Il capitano è un uomo onesto ed intelligente, pronto ad affrontare qualunque difficoltà, pur di far bene il proprio dovere. Davanti a lui, c’è adesso un cammino lungo, faticoso, irto di ostacoli.
“In fondo a questo percorso, c’è la verità; ma la verità, spesso, in Sicilia, ha troppe facce” ricorda il regista Fabrizio Catalano e come Sciascia da maestro abbia composto “una narrazione sempre avvincente del complesso gioco di rapporti dove cose, persone, fatti sembrano scritti domani.”
“Oggi – prosegue il regista – guardandoci intorno, leggendo i giornali, viaggiando, possiamo, in tutta sincerità, dire che soltanto in Sicilia i soprusi e le ingiustizie vengono imposti con la violenza? Ed in Italia, in Europa, nel mondo, non vige forse la legge del più forte? Chi tocca gli interessi dei potenti, che quasi mai coincidono con quelli del comune cittadino, muore. Chi ha il potere, ne abusa. In pochi protestano, in pochi si oppongono”
Per questo ritornare oggi a Sciascia con tutta la forza dell’azione scenica è un bisogno imperioso, come descrive Gaetano Aronica autore dell’adattamento e attore: “Credo che ci sia bisogno di parlare di giustizia, ci sia bisogno di un’ostinata ricerca della verità, anche là dove questa verità inevitabilmente sfugge, ci sia bisogno di un capitano Bellodi, del suo volersi “rompere la testa” contro un muro che a quaranta anni di distanza è ancora solido e ben protetto. In una parola, citando il Maestro, ci sia bisogno di idee”
Gli fa eco Orso Maria Guerrini: “E’ sbalorditivo come i temi del romanzo, che sono anche quelli dello spettacolo, siano anticipatori rispetto alle problematiche che viviamo oggi. Sciascia è stato il primo a denunciare questo stato delle cose. Ormai parlare di connessioni tra politica e mafia è all’ordine del giorno, ma quando anni fa ho partecipato alla Piovra ancora si sentiva che quella fiction così popolare costituiva una delle prime rivelazioni dell’esistenza della mafia non solo in Italia, ma nel resto del mondo”. E Sebastiano Somma ribadisce: ”Il giorno della civetta rimane un testo di grandissima attualità, sotto molti aspetti, non solo dal punto di vista politico. Testi di autori come Sciascia o Pirandello sono necessari, abbiamo dei capolavori di letteratura del Novecento che sono inestimabili e vanno riproposti per capire chi siamo e da dove veniamo. La funzione del teatro è questa: muovere il pensiero.”
Orario spettacoli: dal martedì al sabato: ore 20.45, domenica: ore 15.45.
Prezzi biglietti interi: Platea: € 27 + € 3 (diritto di prevendita) € 30, Posto Palco: € 20+ € 2 (diritto di prevendita) € 22, Galleria: € 13,00 + € 2 (diritto di prevendita) € 15
Fondazione Teatro della Pergola
Via della Pergola 12/32, 50121 Firenze
Biglietteria di prevendita
055.0763333
da lunedì a sabato dalle 9.30 alle 18.30. Domenica riposo.
Biglietteria serale
055.2264316